Siamo giunti all'ultima domenica di Avvento e tra pochi giorni festeggeremo la nascita di Gesù. Prima di lasciarvi alla lettura di oggi, desidero cogliere quest'occasione per augurare a tutti voi e a tutti i vostri cari un sereno Natale.
Benedetta tu fra le donne
e benedetto il frutto
del tuo grembo!
A cosa devo che la madre
del mio Signore
venga da me?
|Lc 1, 39-45
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Maria si incammina verso Elisabetta, compie quel movimento che permette l’incontro, permette di dare forma alla vita che è dentro di lei. Maria, tabernacolo vivente, porta Dio verso l’altro, lo condivide e, in questo atto comincia a vedere la sua vita trasformarsi in canto, in quella dolce melodia sintonizzata sulle note di Dio. Cammina, Maria, e mentre muove questi passi di gioia impara a cantare, si riappropria della facoltà di lodare Dio.
Maria ha creduto alle parole dell’angelo, ha creduto a quella promessa, per questo può cantare. Canterà la grandezza del Signore, di quel Dio che gioisce per noi, di quel Dio protagonista assoluto della nostra vita che innalza i piccoli, i poveri, gli umili. Insegnaci questa strada, Maria, insegnaci a camminare verso l’alto, verso l’altro.