di Salvatore Martino
La canonizzazione di Piergiorgio Frassati, che avverrà il prossimo anno durante il Giubileo dei giovani, rappresenta un annuncio importante in un tempo di grave confusione morale, perché invita a riflettere sulla necessità di assumere il bene come obiettivo di ogni scelta e attività umana.
Del resto, conflitti come quelli che stanno incendiando il mondo in questi anni, e l’incapacità della politica di mostrarsi in grado di trovare risposte valide a problemi che stanno generando inquietudine e disperazione nel cuore degli uomini, richiedono una riflessione più seria e più profonda, magari di tipo spirituale, e la via della santità rappresenta una opzione idonea a salvare questo mondo che sembra scaraventato verso la distruzione. Non c’è da indugiare e nemmeno da tergiversare, c’è da scegliere con consapevolezza e responsabilità la via che conduce verso la speranza. Il grande merito che va riconosciuto a Piergiorgio Frassati è quello di aver permesso che lo Spirito permeasse la sua vita e la dedicasse con gioia interamente agli altri, ai poveri, agli ultimi. Morì a soli 24 anni. Il giorno delle esequie, a Torino, parteciparono a migliaia, tra di essi i tantissimi poveri che erano stati aiutati da Piergiorgio.