Cari amici e amiche buona domenica, come state? Oggi vorrei portarvi a riflettere sul vostro personale legame con il Signore e alla gioia incondizionata che esso porta:
Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete fare nulla
Gv 15, 1-8
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Dentro l’ultima cena, Gesù si rivolge ai suoi discepoli chiedendogli di restare uniti a lui, vera vite. Rimanere in lui non solo per la forza della perseveranza ma in virtù di un incontro di salvezza, un incontro d’amore. Essere uniti a lui significa vivere da figli, disponibili a lasciarsi nutrire dalla sua parola che è la linfa della nostra vita. Esserne separato porta ad una condizione di sterilità. Nella mia vita riconosco questo legame Riconosco di essere amato gratuitamente e che non devo fare nulla per meritarmi l’amore di Dio? Il desiderio di Dio su di noi è che portiamo molto frutto, ossia che viviamo in pienezza la nostra vita giocandoci nell’amore: amando e lasciandoci amare. Solo dentro la relazione con lui possiamo giocarci in pienezza. Il Signore vi benedica.