Cari amici, inizia oggi, con la prima domenica di Avvento, il nuovo anno liturgico. La parola «Avvento» significa «venuta».

Il tempo di Avvento, dunque, è tempo di attesa di qualcuno che deve venire. Ma chi deve venire? Chi, noi cristiani, dobbiamo attendere? Le letture di questa domenica che puoi aver ascoltato durante la Santa Messa, ci aiutano a dare una risposta alla nostra domanda.

 Vegliate!

Voi non sapete quando il padrone

di casa ritornerà; fate in modo che,

giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.

Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!

 Mc 13, 33-37

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 Il tempo di avvento si apre con una scansione assai tesa del verbo vegliare: quattro volte nelle poche righe del vangelo di oggi: vegliate! vegliate! vegliate! E perché dovremmo vegliare? Chi aspettiamo? Il ritorno del padrone di casa, annunciato da Gesù. Ma per noi è questo il punto debole: non ci manca l’energia per vegliare, ci manca il desiderio della sua venuta. Se vuol tornare, faccia pure, ma non interferisca con i nostri impegni: stiamo instaurando il suo regno, siamo al lavoro, insonni, per questo. La pagina del vangelo di oggi è così destabilizzante che ci imbarazza, anche se il padrone di casa lo amiamo davvero. Cosa dunque vuole da noi? Forse un po’ di senso dell’umorismo in tanto impegno. O la preghiera assidua: venga il tuo regno! O vedere i nostri volti accesi di desiderio. Buon cammino di Avvento!

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