di Giacinto De Pasquale
Come già riportato su questo blog, ieri 2 settembre ci ha lasciato l’architetto Gerardo Mazziotti. Nato qui a Corigliano, ma vissuto sempre a Napoli dove ha conosciuto tanti successi nel campo professionale, puntualmente descritti nell’articolo del sito www.ildenaro.it (economia, politica, professioni, mercati: il quotidiano delle imprese campane, della finanza, che guarda all'Europa e al Mediterraneo).
Ma l’architetto non ha mai reciso i contatti con il suo paese natio. Un rapporto intenso, intimo, ha tratti anche burrascoso, ma Mazziotti si sentiva figlio di questa terra e la sua coriglianesità non la nascondeva, anzi non appena se ne presentava l’opportunità la dichiarava pubblicamente. Come nel libro “Il testimone” (Denaro libri) pubblicato nel dicembre del 2001, del quale l’architetto ci fece omaggio l’anno dopo in occasione di un incontro casuale con il compianto Enzo Viteritti. Nella nota autobiografica del libro, Mazziotti, tra l’altro scrive: “Risiedo a Napoli ormai da 60 anni per cui mi considero napoletano per formazione e cultura. E per carattere. Ma in verità, per dirla con Totò, sono partenopeo e partecalabrese. Vengo infatti dalla sibaritica Corigliano, la città dell’illustre costituzionalista Costantino Mortati, del meridionalista Francesco Compagna, cattedratico, politico, ministro, fondatore della rivista “Nord e Sud”, di Aroldo Tieri, uno dei grandi della scena teatrale italiana, di Vincenzo Valente, autore d’indimenticabili canzoni napoletane, e di altri famosi personaggi della politica…” L’ultima volta che l’architetto venne qui a Corigliano risale a circa tre anni, nonostante le sue condizioni di salute gli consigliavano diversamente. Ma lui non voleva rinunciare a quelle che definiva “scorribande”, ovviamente in senso positivo, coriglianesi perché Gerardo Mazziotti pur vivendo e operando a Napoli, come detto, avvertiva in maniera forte il richiamo della sua Corigliano. Questo senso di attaccamento forte e intenso, quasi da cordone ombelicale, presente in tanti figli della Corigliano di un tempo che, purtroppo, da un po’ di anni a questa parte si va perdendo. Gerardo Mazziotti sentiva la necessità di respirare l’aria della Sibaritide, di sentire i profumi di una terra ricca ma nello stesso tempo abbandonata al proprio destino. Personaggio estroso, dinamico, professionalmente tra i migliori in Italia, ha voluto regalare a tutti noi il suo testamento umano e professionale. Infatti il 1° dicembre 2015 veniva distribuita la sua autobiografia dal titolo abbastanza eloquente “Una vita da irriducibile irrequieto” (Clear Edizioni). In un mirabile articolo Adriana Dragoni spiega le direttrici entro cui si muove Mazziotti nel suo libro: “l'autobiografia di Mazziotti cita le sue opere architettoniche e le questioni relative e, facendo ciò, redige una storia dell'architettura, dell'urbanistica e della politica soprattutto napoletana negli ultimi decenni. Una storia vista da vicino, palpitante di verità. I fatti sono citati con precisione e dovizia di particolari. Una memoria stupefacente, vien da pensare. Mazziotti ha dato prova di essere un valente architetto, un valente scrittore e un valente e indefettibile polemista. Come polemista Mazziotti non demorde mai, continua cocciutamente nella sua onesta battaglia di verità. Un esempio ne è la sua difesa del territorio di Bagnoli, sul quale si è stesa la mano rapace degli incompetenti e degli speculatori. Non pochi, negli anni scorsi, si sono battuti per questa parte preziosa del territorio napoletano. Molti si sono arresi, di fronte all'inutilità patente della battaglia. Ma non lui, che ancora, anche in questo suo libro, continua ad affermare la necessità della bonifica del territorio bagnolese e del suo mare con l'asporto della venefica colmata, composta dai rifiuti dell'Ilva, che inquina anche le acque marine. E chiede la distruzione dei vecchi pontili, citando, con forza, la legge del 1996, che impone “il ripristino della morfologia naturale della costa”. E non ha paura di citare lo spreco di denaro, ovvero la sua sparizione, mentre vigevano enti inutili e parassitari come la Bagnoli s.p.a. e la Bagnoli Futura. Così, nelle sue battaglie, Mazziotti ha continuato e continua ad affermare le sue ragioni, che sono le ragionevoli affermazioni di ogni persona informata e onesta”. Non possiamo aggiungere altro alle parole della giornalista Dragoni, perché dipingono in maniera chiara e puntuale il Mazziotti uomo, padre, cittadino e professionista. Un rammarico però lo dobbiamo confessare, oggi che l’architetto ci ha lasciato. Nel 2006 durante la consiliatura del prof. Armando De Rosis, abbiamo avuto modo di rincontrare l’architetto, il quale al termine di un colloquio abbastanza franco e appassionato sui “tanti mali di Corigliano” ci propose una intervista. Purtroppo quell’intervista non l’abbiamo mai realizzata. Di tutto ciò siamo davvero rammaricati, perché abbiamo perso un’occasione, giornalisticamente parlando, unica per acquisire notizie e idee da un uomo con un vissuto straordinariamente lungo e intenso. Vogliamo concludere questo breve ricordo dell’architetto Gerardo Mazziotti con le parole scritte dall’amata figlia Antonella ieri subito dopo la dipartita del caro genitore: “Caro papà, in questi anni ho cercato di prepararmi alla tua mancanza, e oggi è solo il primo giorno che mi affaccio a casa tua e non ti trovo al computer, quante cose e momenti non saranno più gli stessi, senza di te, non penso ci si possa mai abituare... Ho paura di non averti detto abbastanza, so solo di aver fatto il possibile per dimostrarti il mio amore, e so, seppure tra il tuo infastidirti per il mio zelo, che sentivi sempre il mio amore! Mentre ti stringevo la mano riaffioravano i ricordi...Quando mi portavi alla facoltà di architettura, nei tuoi vari bellissimi studi, da Casamia, da Motta, e ti ricordi quelle golosità di Pettorino? Che meraviglia vivere con te la fine degli anni ‘50 e gli inizi degli anni ‘60! Mi hai amata e coccolata da bambina, e sostenuta nelle mie scelte di studio, ti ricordi le mie amiche della Accademia venivano a studiare da me per vederti e ascoltarti? E anche quando avevo deciso di fare la costumista e partire per Roma...E poi sei diventato amico di Cicci, Lomby, Mariano, Norma...Sei rimasto nel cuore di tutti! Vado fiera delle tue bellissime opere, del tuo batterti come giornalista, sono grata per come ci sei sempre stato, per come ci hai cresciute privilegiando l’umiltà, la lealtà e l’amore! Grazie papi, non è un addio questo ma solo una mia piccola celebrazione di te! Da liceale a giovane poi grande architetto da padre nonno e bisnonno !”