di Salvatore Martino

Aldilà di ciò che raccontano le dichiarazioni ufficiali, i sorrisi, e le strette di mano, dietro l’apparente unità, ostentata dai diversi leader, la guerra in Ucraina ha creato una ulteriore, anche se malcelata, frattura all’interno dell’Unione Europea.

Le pesanti conseguenze causate dalle sanzioni, il forte rallentamento della ripresa economica, e i costi notevoli di questo conflitto, che già pesano tantissimo su ogni singolo stato, costituiscono motivo di attrito e di diffidenza tra gli stessi, che stanno cercando, per la verità con non molto successo, attraverso percorsi autonomi, di far fronte alle gravi emergenze energetiche, alimentari e di materie prime. Se la UE ha davvero ritrovato la sua unità, come ostentano da un mese a questa parte i suoi leader, dovrà dimostrare tutta la sua determinazione e la sua forza adottando una strategia vantaggiosa ed efficace per tutti gli stati membri. Una prospettiva, per la verità, molto difficile e per niente scontata. La guerra, invece, deve essere bloccata subito perché divide e coinvolge anche chi, millantando, afferma di non esserne coinvolto. È una guerra subdola, che si combatte militarmente in Ucraina ma, politicamente ed economicamente, sta creando fratture e lacerazioni nel resto del mondo.

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