di Rosella Librandi Tavernise
Dopo che il papa Sisto IV ne approvò la regola monastica, nel 1474, frate Francesco di Paola poté uscire dalla diocesi di Cosenza e andare a fondare nuovi conventi e nuove chiese in altre diocesi.
Così il frate paolano, chiamato con insistenza dal principe Sanseverino, feudatario del luogo, arrivò a Corigliano nel 1475 preceduto dalla fama di uomo santo e taumaturgo. Racconta questo avvenimento, arrivato fino a lui forse per trasmissione orale o per notizie trovate in vecchi scritti, o da lui immaginato, P. Isidoro Toscano dell' Ordine dei Minimi, nel 1658 ed esso viene riportato dallo storico Carmelitano P. Pier Tommaso Pugliesi, nella sua “Storia apologetica di Corigliano” del 1707. Lo stile seicentesco, alto, aulico, solenne è, secondo me, il più idoneo a descrivere verosimilmente questo avvenimento. Leggiamo: “[…] arrivato già di molto prima il rumore strepitoso delle sue eroiche operazioni agli orecchi dei maggiori Principi, che in quel tempo signoreggiavano non piccola parte della Calabria fu da questi ricercato con grande istanza, perché volesse egli (San Francesco) ne' loro Feudi nuove case innalzare al suo Ordine novello. Fu tra questi, e il più sollecito e il più devoto, … il Principe Sanseverino di Bisignano … feudatario di Corigliano la più antica città delle più popolate, e delle più ricche della Calabria; e la più amena e abbondante che nella riviera del Jonio mare rinvenir si possa. […] Or a questo luogo convenne finalmente a Francesco prendendo da Spezzano le mosse, (dove aveva fondato la sua terza Casa, N.d.R.) e da Spezzanesi, dirizzare il suo passo. Partì dunque Francesco da Spezzano, ed arrivato non molto lungi da Corigliano, si vide uscire all'incontro, insieme co' Signori di esso, tutto il popolo e tutto il Clero. Ordinossi intanto solenne processione, colla quale fu egli in Corigliano introdotto, ed insieme con esso lui entrò puranche una tale e si' grande allegrezza in città, che i più vecchi non si raccordavano di aver mai in essa veduta altra festa o più lieta o più universale, o più solenne. Benedicevano tutti quel di' fortunato per la loro patria e da segnarsi a lettere di oro nei loro fasti, in cui raccogliendo entro le loro mura uomo si' santo, ricevevano una sicura caparra dal Cielo, di dovere con esso avere tutte le grazie. […] Nella maggiore Chiesa di Corigliano andò a terminare la processione e poi Francesco solennemente fu ricevuto nel palagio del Sanseverini dove ritrovossi apparecchiato reale albergo. Ma quivi neppure un solo giorno fece egli dimora, conoscendo stanze si' magnifiche non essere adattate né all'umile suo spirito, né al suo genio solitario. Con permissione dunque del suo magnifico ricettatore ritirossi egli in una piccola valle...”, appartata, per pregare e meditare conducendo la vita eremitica che gli era più congeniale. Qui, ai piedi del colle dove costruì la sua quarte Casa e la Chiesa dedicata alla S.S. Trinità, Francesco alloggiò per due anni in una capanna, dormendo sulla nuda terra e poggiando il capo su una pietra che ancora si conserva in questo luogo santo che la gente chiama San Francischielli. Nei due anni di permanenza a Corigliano, dal 1475 al 1477, frate Francesco incantò e conquistò tutti con la straordinarietà delle sue azioni, di carattere spirituale e sociale, a favore della gente e della città. Andando via egli promise la sua protezione alla gente dispiaciuta e lasciò nel convento tanti frati che continuassero la sua opera. Nel 1519 San Francesco fu canonizzato da Papa Leone X e risale a quel tempo la devozione per il grande Santo paolano nel nostro paese al quale ci si affidava con fiducia perciò, quando, nel 1596 si riscontrò la sua benevolenza nell'avere salvato la città dall'assalto dei turchi, la popolazione lo considerò patrono della città ma fu solo nel 1973 che la Chiesa stabilì di confermare un unico patrono di un luogo e San Francesco di Paola fu confermato patrono di Corigliano. Prima del 1598 infatti, Corigliano venerava come patroni altri 3 Santi: la Beata Maria Vergine del Carmelo, Sant'Antonio di Padova e San Sebastiano. La grandiosa festa del 25 Aprile detta “i ri vinticinchi” è un ringraziamento a San Francesco per avere preservato la città dal terremoto del 24 Aprile 1836 he devastò altri luoghi del circondario. Però la Chiesa ricorda i Santi il giorno della loro morte perché Essi, allora, ritornano alla casa del Padre perciò ricorda San Francesco di Paola il giorno della sua morte avvenuta a Tours, in Francia, il 2 Aprile 1507; era nato a Paola (CS) il 27 Marzo 1416. I coriglianesi si rivolgono sempre a San Francesco, in ogni circostanza, fiduciosi, per averne aiuto e protezione e a Lui tributano con perenne riconoscenza, onore e lodi. Ebbiva ru viecchj! Ebbiva u Santu Patri!
Nota: Le notizie storiche sono tratte dagli scritti di Padre Rocco Benvenuto.