Il Vangelo di oggi: Vangelo Gv 15,9-17: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Contemplo: Tentazione dell’ateismo
Può apparire paradossale, ma la tentazione dell’ateismo è costantemente in agguato anche per gli uomini e le donne in preghiera, per quanti vivono nella fede: anche loro possono giungere a lamentarsi del silenzio di Dio, a piangerne l’assenza e a invocare una parola. Perché questo intrecciarsi della fede con il dubbio, perché sperimentiamo a volte la sterilità della fede e la fecondità del dubbio? Non dovremmo dimenticare che parlare della fede non significa parlare di Dio: altro è Dio, altra è la fede in Dio. La fede è un atto umano che suppone una determinata comprensione di Dio, delle immagini del Dio a cui si affida. Dio, infatti, non è circoscrivibile dai nostri concetti, dai nostri pensieri e dalle nostre parole. La fede cristiana è un rischio.
Commento al Vangelo del giorno: Aiutaci, scopri come
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. “E’ di una semplicità disarmante il significato delle letture odierne: verrebbe quasi da dire che, se dovessimo cercare (e trovare!) una dichiarazione comportamentale sull’amore, questa è scritta sulla Scrittura. Da dove viene l’amore? Semplice, viene da Dio, che continuamente lo genera. Come conosciamo Dio? Semplice: attraverso l’amore che lui stesso fa nascere nei nostri cuori. Non è un amore nascosto ma pubblico: attraverso alcune parole precise, di fronte ad alcuni gesti precisi, in mezzo a persone precise, c he si rapportano all’Unigenito, noi tutti abbiamo la possibilità di camminare “nelle sue vie”. Un amore come esempio, un amore come modello, un amore come invito: non solo per riconoscere al Signore stesso un’iniziativa primigenia, ma per iniziare un cammino tra di noi con quella prospettiva, con quel traguardo. Un amore vissuto tra di noi come se in mezzo a noi ci fosse lo stesso Signore.