di Giuseppe Franzè
Preso atto della crisi ormai endemica del Teatro, asfissiato dagli scarsi introiti e dall’impossibilità del Comune di erogare contributi di sostegno, Francesco Dragosei, nel mese di giugno del 1910, si recò a Napoli per vedere una macchina cinematografica francese
e, dopo avere avuto particolari sulla spesa totale e sulle modalità di acquisto, ritornò dai gestori del Cinematografo “Oreon” per formalizzare l’intesa sul noleggio delle pellicole, ma l’accordo si arenò quando i napoletani chiesero una cauzione di 7 mila lire (all’epoca, il Dragosei soffriva di una grave depressione finanziaria, accentuatasi con le spese del processo di Messina, quando fu assolto per avere ucciso la moglie). Nel mese di novembre, a Rossano aprì i battenti il Cinematografo “Roma” di Peppino Romano ed il Dragosei, che si era mosso in parallelo con l’amico rossanese, fu colto da un diffuso malessere anzitutto psichico. Pagata la prima rata di 800 lire, la macchina francese di proiezione giunse a Corigliano, senza il tubo di areazione e senza i ventilatori di dissipazione del calore. Con l’arrivo del tubo, scambiato dai curiosi per un cannone, il “Cinematografo Internazionale” fu aperto al pubblico il 25 agosto del 1911, ma, dopo pochi minuti, la macchina si bloccò per un eccesso di calore, che, fra l’altro, provocò lo svenimento della signorina Salatino. Completata l’installazione di tre ventilatori, ad opera del giovane coriglianese Alfonso Scarcella, nel mese di febbraio del 1912 furono proiettati “La Gerusalemme Liberata” e “La Caduta di Troia”, ma i maggiori incassi furono realizzati nelle tre domeniche successive, quanto, di mattina, furono riproposti i film per i giovani avventori, a 5 soldi a testa. Poi, a causa della mancanza di film, si pensò al rilancio del Teatro e nel 1913 i giovani Vincenzo Tieri, Fanelli, Perri e Magliocchi interpretarono “Il dovere del Medico” e “Partita a Scacchi”. “L’internazionale” si rifece vivo nel 1915 con i tre capolavori di F.Berini, ”Onestà che uccide”, “Principessa Straniera” e “Amazzona Mascherata”. Poi, Teatro e Cinematografo vennero chiusi sotto l’incalzare degli eventi della Prima Guerra Mondiale. Nel 1917, il Teatro cambiò denominazione e divenne “Teatro Trento e Trieste” e, per l’occasione, fu proiettato il film “Spartaco”. (in ottobre, Vincenzo Tieri, pur sapendo che il Teatro era ancora ufficialmente chiuso, volle portare in scena “Pietro Carusi” ed “Il Cantico delle Creature”, interrotte dalla contestazione delle donne, in maggioranze mogli di soldati in guerra). Nel mese di maggio del 1927, ebbe i natali il “Cine-Teatro V.VALENTE”. (2 – fine)