I sacrestani
Tra le immagini della fanciullezza, non ancora stemperate dal tempo, ci sono i sacrestani. Due di essi mi tornano più spesso, chiari nelle movenze, nei volti, nella voce: l’uno, piccolo, tarchiato, barcollante nei suoi abiti sdruciti, l’altra, asciutta ed alta, con treccia a tupè, nella veste azzurra e lunga in tutte le stagioni. Aprivano e chiudevano la porta del tempio, ne curavano pulizia e decoro e, nelle ore canoniche, davano voce alle campane, annunziando la festa ed il lutto. Battista e Stella son partiti da più di mezzo secolo, ma so che, a volte, scendono dall’alto, per vedere ciò che accade nella casa terrena di Dio.