Vangelo secondo Luca (12, 49-57) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Medita
La parola del Signore è sorprendente: chiede sempre un’apertura su orizzonti inattesi e a volte scioccanti. La parola chiede conversione. Gesù afferma che la sua presenza nella storia è come un fuoco che rischiara, scalda ma anche purifica; un fuoco che non può essere spento, perché il suo amore è inarrestabile e giunge fino alla croce: evento di salvezza così sconcertante per l’uomo. Questo è il suo battesimo. E dovrebbe essere anche il nostro: un’appartenenza a Dio che ci rende capaci di offrire la vita. È il fuoco che dovremmo far ardere ogni giorno e che spinge a scegliere se stare con Gesù Cristo, e quindi rivedere tutti nostri orientamenti e le nostre relazioni, o se continuare a vivere come se il Signore fosse solo una lieve fiammella lontana e indistinguibile nella notte.
Contemplo
Tu vieni accanto a coloro che soffrono e offri la tua presenza… Come un amico che si siede accanto e resta nel silenzio… Come un compagno di viaggio che fa strada insieme senza proferire parola. Solo dopo un po’ noi ci accorgiamo che stai portando insieme a noi quei pesi che ci fanno tanto soffrire. Solo dopo un po’ sentiamo che il nostro fardello è diventato più leggero, che la nostra ferita sanguina di meno, che tu stai guarendo la nostra vita. Sì, tu vieni per guarire ma senza gesti magici: preferisci il contatto rischioso con questa nostra umanità dolente. Sì, tu offri misericordia, ma senza fretta: sai attendere i tempi lunghi del nostro cuore malato.