di Giacinto De Pasquale
“La felicità, sì, la felicità, a proposito di felicità, cercatela, tutti i giorni, continuamente, anzi chiunque mi ascolti ora si metta in cerca della felicità ora, in questo momento perché è lì, ce l’avete, ce l’abbiamo, perché l’hanno data a tutti noi.
Ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli, ce l’hanno data in regalo in dote, ed era un regalo così bello che lo abbiamo nascosto, come fanno i cani con l’osso quando lo nascondono, e molti di noi l’hanno nascosto così bene che non sanno dove l’hanno messo, ma ce l’abbiamo. Ce l’avete, guardate in tutti i ripostigli, gli scaffali, gli scomparti della vostra anima, buttate tutto all’aria, i cassetti i comodini che c’avete dentro e vedete che esce fuori, c’è la felicità, provate a voltarvi di scatto magari la pigliate di sorpresa ma è lì, dobbiamo pensarci sempre alla felicità, e anche se lei qualche volta si dimentica di noi, noi non ci dobbiamo mai dimenticare di lei. Fino all’ultimo giorno della nostra vita”. (Roberto Benigni – 2014). Che bel regalo ha fatto a tutti noi Tina De Rosis con il volume “Dentro il colore della felicità” (ListLab Editore CCPdesignlab Edizioni). Non a caso ho voluto riportare le parole del grande Roberto Benigni pronunciate, come lui solo sa fare, in una fredda serata di 11 anni fa sulla Rai. Le 127 pagine del libro sono un condensato di vita, amore, percorsi e ricordi.
La donna, la moglie, la mamma e la professionista traspaiono da ogni pagina del volume, perché lo scritto non nasce come lavoro editoriale, ma Tina lo ha creato e curato giorno per giorno, mettendo giù su carta quello che in quel momento sentiva e viveva. Un libro che ti prende, che finisce con lo scandagliarti dentro l’anima, perché le parole scritte dalla De Rosis hanno una portata valoriale ed esistenziale, con storie che potrebbero riguardarci tutti. La forza emotiva sprigionata dall’autrice è tale e tanta che la si coglie nelle istantanee vergate dalla De Rosis nel libro. Ciò lo affermo con piena convinzione perché conosco l’autrice dagli anni novanta, quando appena fresca di laurea mi venne a trovare presso gli studi di Tele A1 con il compianto e caro amico Enzo Viteritti, per presentare il libro “Io città tu bambino”. Del nuovo libro della De Rosis, tre sono le “istantanee” affettive ed emotive che mi hanno particolarmente colpito e che vorrei qui proporre. Il ricordo di Mamma Tina scomparsa nel 1972 e che l’autrice non ha mai conosciuto. Il titolo del brano è “Viale delle Rimembranze”: Ho poche cose di te, nessun ricordo reale, solo storie ascoltate e ripetute centinaia di volte, immagini rubate agli sguardi pieni di lacrime delle mie nonne, e qualche oggetto che conservo con la cura gelosa delle rarità. Tra queste il ricettario Bertolini, Casa del dolce. Me lo ha consegnato mia zia Ivana, che a sua volta lo aveva custodito gelosamente per anni, quando mi sono sposata. Il ricettario, era di mia madre. Ne aveva uno uguale anche mia nonna Grazia.
Quando lo sfoglio per seguire una ricetta, mi piace immaginare mia madre nella nostra cucina di Viale Rimembranze, mentre prepara gli ingredienti, scioglie il burro e monta gli albumi. Non so quel era la tua ricetta preferita. Peccato! Sarebbe stata una bella storia d’amore la nostra”. È che dire poi dello struggente ricordo che traspare dal brano “Le mie casa”: C’è una culla bianca dentro la camera da letto dei miei nonni materni. Li c’è un nonno falegname che mi ha costruito un piccolo cubo rosa e mi chiama “puparella”, un vezzeggiativo per dire bambolina bella, c’è una nonna forte e coraggiosa e uno zio giovane che mi prende sulle spalle e mi fa ballare al ritmo di cicale cicale. Poi c’è la casa nel Quartiere Ariella quella della mia nonna paterna, con tre zie ed uno zio giovani e divertenti, con storie di fidanzati e corteggiamenti, di università e di gnocchi al sugo. La casa su via Roma e quella nonna anziana da sempre, che acconsentiva ai giochi più strani. La casa estiva, quella delle vacanze, in riva al mare dai miei zii, in tanti tutti insieme. Lunghe tavolate, note alla chitarra, motorini, motoscafi, ami nel mare, sci nautico ed immersioni. La mia casa nel Palazzo Europa a Viale Rimembranze, con la bicicletta gialla nel grande salone, i quadri realizzati con il riso dipinto, la cameretta già pronta per il mio arrivo, e tutto quello che restava di lei. La casa con il cancello blu, con il cane Black alla porta. E poi la casa che c’è sempre stata, Mannino, Mannina e Pamela. La famiglia non è soltanto quella che ti genera. Io ho avuto tante bellissime famiglie e queste sono solo alcune e la mia storia personale da Bentornata ti aspettavo mi ha resa figlia di un’intera comunità”. Di fronte a parole del genere come non nascondere l’emozione per un vissuto ricco di amore, ma anche intenso e, perché no, con qualche momento di dolore. Un ultimo “affresco” tratto dal libro di Tina De Rosis che voglio proporre è quello da titolo “Degli istanti”: E’ un istante fuori dalle regole/ E’ un istante dentro una parola sbagliata/ E’ un istante nello sguardo silenzioso che vale mille sogni/ E’ un istante capace di raccontare segreti inconfessabili/ E’ un istante prima/ E’ l’istante dopo/ E’ l’istante della consapevolezza, della rabbia, della lucidità/ E’ l’istante delle idee / E’ l’istante in cui apri gli occhi alla realtà e li richiudi oltre quel momento/ E’ l’istante che non vorresti vedere mai / E’ l’istante in cui vorresti correre incontro al buio / E’ in quell’istante tutto può accedere, anche quello che non avremmo mai desiderato/ E’ la vita di istanti / Quelli che decidono il verso e la direzione ed alla fine cerco un’altra direzione / Quella che indica il colore della felicità”. Grazie Tina per averci regalato pagine che se lette con il cuore ti possono regalare momenti di felicità vera, autentica e ricca di ricordi ed emozioni. Tutti nasciamo felici. Lungo la strada della vita ci si sporca, ma possiamo pulirla. La felicità non è esuberante e chiassosa, come il piacere o l’allegria. È silenziosa, tranquilla, dolce, è uno stato intimo di soddisfazione che inizia dal voler bene a sé stessi. Accanto alla felicità il libro della De Rosis ci lancia un altro sentimento sul quale riflettere molto quello del sentire: “Mi piace il verbo sentire. Sentire il rumore del mare, sentirne l’odore. …Sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore. Sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente”. [Alda Merini]