di Giacinto De Pasquale
Era stato presentato a settembre, ed avevo chiesto a Francesco, figlio di Anna, di farmene avere copia, cosa che è puntualmente avvenuta questa mattina.
Sto parlando del libro di Anna Maria Laino “La promessa” presentato lo scorso 24 settembre presso l’RSA Hospice e cure palliative Villa Gioiosa, di Montalto Uffugo. Il lavoro della maestra Anna Maria Laino, un’insegnante di scuola primaria, di Corigliano, in quiescenza, è stato scritto di suo pugno, ed è una raccolta di pensieri, emozioni, sensazioni dal titolo “La Promessa”. La raccolta è una riflessione sul sé che si interseca con il contesto d’appartenenza, dove le vicende narrate e i personaggi descritti si riconducono a quelle più prossime del tessuto sociale calabrese, offrendo al lettore interessanti spunti di riflessione.
Anche se non vediamo da tempo, proprio a causa ella sua malattia, Anna la conosco sin dall’infanzia, perché è la figlia di cari amici di famiglia, che oggi purtroppo non sono più tra noi: Mario Laino e Maria Le Voci. Diverse volte ho avuto modo di scrivere su Maria Le Voci, perché è stata una delle memorie storiche della Stazione di Corigliano. Quando lo Scalo ausonico contava qualche centinaio di anime la Le Voci era moto attiva nel campo sociale, del volontariato e della Chiesa. Oggi sua figlia Anna ci regala queste preziosi riflessioni, che ho letto tutto d’un fiato e devo dire che la figura di Anna emerge in maniera chiara e preponderante. Abituata, come gli è stato insegnato dai genitori, hanno ha scritto con il cuore tante verità. Del volume ho scelto uno scritto Anna ha voluto dedicare alla mamma Maria. “A mia madre. Cara mamma, ho deciso di scriverti per proseguire il nostro rapporto mai interrotto, neanche con la tua morte. Siamo sempre state legatissime, nonostante i nostri interminabili discorsi, i nostri battibecchi, le nostre opinioni divergenti, le nostre idee contrastanti. Nel periodo adolescenziale questi problemi si acuiscono e le problematiche nel rapporto genitori figli sono ingrandite e dilatate, noi abbiamo rispettato il copione. Da adulta ho rivalutato i tuoi pensieri e diventando genitore anch'io ho rivissuto le tue ansie e tue paure. Mi hai sempre aiutata, sei sempre stata dalla mia parte, non mi hai mai lasciata da sola, sei sempre stata al mio fianco. Abbiamo condiviso tutto e senza di te non so se ce l'avrei fatta ad andare avanti. Ora ti chiedo di darmi quell'appoggio che mi hai sempre dato, per affrontare questo difficile lungo tratto della mia vita: la malattia. Tu sai la violenza, lo sforzo che faccio su me stessa per mostrarmi allegra, spensierata, sorridente, felice. Buona festa della mamma. - Tua figlia Anna.”