Luigi  Palma

Quando a sedici anni si portò a Napoli, per intraprendere gli studi di giurisprudenza, possedeva già un ottimo bagaglio di conoscenze. A Corigliano, infatti, ove era nato, il 19 luglio del 1837, era stato alla rinomata scuola del Cirone ed aveva già appreso i rudimenti del diritto dal Bombini, decano degli avvocati coriglianesi.

Precoce e versatile, naturalmente portato a studiare molto e a ritenere tutto, a vent’anni tagliò il traguardo della laurea e, d’allora, si aprirono per lui le porte del successo. I pubblici concorsi lo videro sempre primeggiare e le sue pubblicazioni fecero puntualmente testo. Fu, così, docente negli istituti tecnici e preside, professore di diritto costituzionale presso l’Università degli studi di Roma e, più volte, ebbe a coordinare speciali progetti, per incarico del Ministero di grazia e giustizia e di quello della pubblica istruzione. Luigi Palma scandagliò il diritto in tutte le sue pieghe, in ciò facilitato da una straordinaria competenza storico-umanistica, nonché dalla familiarità con le lingue moderne; si applicò allo studio delle costituzioni e dei sistemi elettorali; indagò sui rapporti tra Stato e Chiesa; ricercò le origini delle nazionalità; insegnò che la libertà è un bene supremo, ma scrisse anche che essa muore, laddove non sono garantiti i diritti di tutti.

Di fatto, si associò ai moderati di destra; idealmente s’incontrò coi liberali di sentimenti più avanzati. Alla politica guardò sempre con simpatia ed interesse, ma da studioso previde gli sbocchi perversi del parlamentarismo e del partitismo. “È notissimo - scrisse - come il demos lasci da parte i migliori ed elegga, se non sempre i peggiori, certo i mediocri; gli uomini più colti ed integri si allontanano dalla vita pubblica per l’impossibilità di lottare con gli intriganti, e il campo resta ai più corrotti”. Non si era, purtroppo, sbagliato. Quando morì, il 3 gennaio dell’anno 1899, a Roma, Luigi Palma fu sinceramente compianto dai colleghi e dai discepoli.

Era stato, negli ultimi anni, membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione, Preside della facoltà di giurisprudenza nell’ateneo romano ed, infine, anche, apprezzato Consigliere di Stato. La Casa reale lo aveva, tra l’altro, prescelto come precettore del futuro Re d’Italia, Vittorio Emanuele III. Il mondo accademico lo onorò con una lapide speciale in un’aula della biblioteca universitaria ed altra lapide posero i suoi concittadini sulla strada ov’egli era nato e che ora a lui s’intitola; più tardi, a suo ricordo, vollero anche collocare un mezzo busto marmoreo all’ingresso dell’ex- ginnasio Garopoli. Per l’occasione, l’avv. Domenico Persiani disse di lui: “Altero ed invitto, non piegò la schiena alla strisciante cortigianeria verso i potenti; niente per sé chiese ad alcuno”. Oggi, porta anche il suo nome il locale Istituto tecnico commerciale.  A Luigi Palma la vita non lesinò certo gli onori, ma a lui diede pure dispiaceri: non ebbe la gioia d’un figlio e perse, assassinato, il fratello Antonio, ingegnere e già sindaco della città. Il sogno segreto di occupare un seggio al Parlamento o al Senato non si realizzò. Nella dedica di una sua opera scrisse: “Ai miei concittadini di Corigliano Calabro”.

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