di Rosella Librandi Tavernise
In questo articolo riporto alcune strofe tratte da una lunga poesia sul Natale, in dialetto coriglianese, del poeta e letterato Francesco Maradea nato a Corigliano Calabro il 24 Agosto 1865 e qui morto il 9 Gennaio 1941.
Le strofe descrivono l’atmosfera natalizia semplice e raccolta che si respirava tanti anni fa a Corigliano e testimoniano la partecipazione sentimentale del poeta alla vita del popolo al quale apparteneva.
Ah c’adduru, di sti tiempi,
Fumiava ppi la casa;
Nua, cu fràtima, faciemu
‘U prisepiu…a chilla rasa!
Lillurì…-‘Na ciaramella!!Sona Jàbicu, ‘u craparu!-
E curriimu ‘ntr ‘a vinella.Mmienzi l’autri, a ni ‘ncialare.
Mammarella! ...E chilla sira,
Quanti cose priparava…
Pu, cuntenta, ni ricìa:
Mo assittàtivi, e mangiate.
Cu li bummi d’i guagliuni
Si sintìa ‘na vucicella…
E alla porta c’era ancunu
Chi vulìa la nunnarella.
E pu tutti, a menzannotte
Ni nni jìamu ‘ncappucciati,
Cu li genti a frotte a frotte,
Alla missa di Natale.
Il poeta trasporta il lettore nella Corigliano dell’800, lo fa “entrare” nelle modeste case del centro storico dove ferve il lavoro silenzioso e amorevole delle mamme che nel periodo natalizio preparano le pietanze tradizionali e i dolci fritti il cui profumo si spande in tutta la casa; fa “vedere” i bambini che costruiscono il presepe in un cantuccio; fa “sentire” il chiasso e i rumori del vicolo interrotti dal suono dell’arcaica zampogna suonata dal pastore e fa “vedere” anche la gente di ogni età che esce di casa e si ferma ad ascoltarlo, incantata. Fa distinguere tra il chiasso dei bambini nelle case la flebile voce di qualcuno che, bussando alla porta, chiede la nunnarella (elemosina in nome di Gesù Bambino). E infine, all’approssimarsi della mezzanotte, si vede la gente, ben imbacuccata, uscire di casa e andare a frotte, in Chiesa, per la Messa di Natale. Nella poesia ritroviamo gli elementi tipici e caratteristici del Natale della Corigliano odierna: il presepe, i dolci fritti, le buone pietanze tradizionali, le musiche, segno ch il Natale suscita sempre le stesse emozioni, rinnova le stesse suggestioni e ripropone anche tanti antichi problemi.