di Giulio Iudicissa
La radio si accendeva, di solito, la mattina, durante il disbrigo delle faccende domestiche. Chi possedeva un grammofono, lo usava nelle feste comandate. La tivù, dove c'era, la si guardava dopo cena, per un’oretta. Il telefono, ancora raro, era destinato a brevi comunicazioni. Tutto qui. Eppure, in casa si stava bene e non c'era tempo di annoiarsi. Oggi, la fa da padrone il rumore, che frastorna e stordisce. Radio, lettore, tivù, telefono, tutti e sempre accesi, ma in casa si sta male e di tempo per annoiarsi ce n’è tanto.