Caro Cacciari, consenta, ad un ultra ottantenne, che nel corso della vita ne ha viste e sentite e lette ...di cotte e di crude, di dirle con molta franchezza, ció che sente.
Lei, Cacciari, avrà conseguito una brillante laurea che, credo, riguardi "Lettere,Storia e Filosofia" e, pertanto, non possiamo perdonare a lei e a quella giuria di dotti che lei presiedeva, la leggerezza dell’assegnazione del Premio Campiello 2012. Ma si rende conto,Cacciari, del danno che avete arrecato, lei e tutta quella schiera di emeriti, accademici e critici, premiando quel romanzo, con pretese storiche, intitolato "La collina del vento", di Carmine Abate ? Ora, io dico, se uno scrittore strapazza la storia, sono affari suoi. Ma quando undici “dotti”, nel conclave presieduto da uno storico come lei, fa assurgere a livello di "romanzo storico” un polpettone farcito di tutto e di niente che, oltre a stravolgere la Storia, accomodandola a proprio uso e consumo, ottiene con incredibile risultato il consenso di un’autorevole giuria, allora la colpa di quella giuria diventa grave per i danni che quel libello può provocare nelle menti di tutta una disastrata generazione che, oggi come oggi, forse non ha mai sentito parlare di Erodoto, Strabone, Tacito, Livio, Mommsen e De Felice, rafforzandosi in certe convinzioni con danni irreversibili. Vediamo qualche perla :
-Un Arcuri, comunista semianalfabeta, negli anni 30, viene inviato al confino a Ventotene. A parte la sua elevazione al "rango" di pericoloso antifascista, a livelli di Sandro Pertini, Altiero Spinelli e Mauro Scoccimarro, è possibile che nessuno di voi “dotti” si sia accorto della inverosimile attendibilità dell’episodio? Negli anni 30 il confino a Ventotene non c’era o, quantomeno, non era ancora assurto a connotazioni di confino politico. Fu elevato a quel rango solo nel 1940, quindi molto dopo di quando vuol far credere il nostro autore.
-un aereo inglese viene abbattuto ed il pilota, opta per la più stupida scelta, cioè cerca la salvezza dirigendo l’aereo che perdeva quota su dirupate colline invece di planare sull’invitante litorale pianeggiante.
- Quel pilota viene ospitato da un noto antifascista nell’unica stanza in una casupola, sulla collina, e nessuno di quei “nazi-fascisti" gli va a rovistare tra le le balle di paglia di quella casupola che é a pochi metri dall'aereo abbattuto.
-I militari, che vestivano una divisa “nazi-fascista” (ma che razza di divisa era mai questa che non trova riscontro nei cataloghi del vestiario militare
nel mondo?), tentano, ohibò, di "rubacchiare"pezzi di ricambio dall'aereo, come se quei pezzi, in pollici anglosassoni, potessero andare d'accordo con la meccanica italiana che ragiona in centimetri e millimetri.
-Di quei militari, poi, alcuni erano tedeschi. Bum! Ma nel 1940, di tedeschi, a Crotone e dintorni non c’era l’ombra manco per sogno ! E nemmeno in
Calabria, e nemmeno in Italia.
-Il pilota inglese la fa franca per tre lunghi anni, poi, finalmente, alla caduta del fascismo, col sopraggiungere della libertà, viene impiccato. Da chi? Dai fascisti. Quelli che, ormai esautorati, si nascondevano per paura di vendette da parte degli antifascisti ? Ma dove, ma quando, ma come, ma perchè. Addirittura, Silvio Messinetti, gerarca fascista che esercitava il ruolo di vice Podestà di Crotone, si era dileguato nell’anonimato in attesa di ricomparire, al ritorno della democrazia, come sindaco comunista di Crotone. E il modo non fu difficile, bastò buttare alle ortiche stivali e orbace per assumere
connotazioni “democratiche” e far dimenticare il suo passato fascista. Ma l’autore, nella pagina precedente ci aveva assicurato che i fascisti si erano dileguati per paura delle vendette covate per vent'anni dagli....antifascisti.
-E non finisce quì. L'antifascista Arcuri viene rapito da fascisti e tedeschi che, se pur impegnati nella ritirata strategica che non consentiva divagazioni o
perdite di tempo, se lo caricano sui loro già sovraccarichi automezzi, per farne poi che cosa? Forse come ostaggio da scambiare con Mussolini prigioniero
a Ponza? Ipotesi da scartare. Un semianalfabeta di Spillace non valeva nel modo più assoluto un Mussolini. Invece è risaputo che nel sud, i tedeschi, si comportarono più che correttamente.
- E Paolo Orsi. Non risulta che fosse un archeologo così stupido da cercare una favolosa antica città greca, Krimisa, su una dirupata collina ricca soltanto
di sterpaglie, dirupi e calanchi argillosi. Paolo Orsi, da esperto archeologo, sapeva che gli antichi greci, navigatori di lunga tradizione, le loro città, in Magna Graecia, le ubicavano sempre a ridosso del mare, come Taranto, Sibari, Thurio, Siris, Locri, Crotone Siracusa e...Napoli. Nemmeno una in zone interne lontano dal mare che, per loro, era la più agevole e spedita via di comunicazione e collegamento con la madrepatria.
-E quell'aereo inglese, colpito dalla contraerea, a Crotone, che si va a fermare sull'orlo del burrone, con il muso e le ali sospese nel vuoto? A Caccia', ma si rende conto che, anche per via dei motori che sono ubicati proprio sulle ali, la maggior parte del peso di quell'aereo aveva già, di molto portato il suo baricentro oltre l'orlo del precipizio e, non c'é Cristo che tenga, quell'aereo doveva, irrimediabilmente, precipitare ma, per la dabbenaggine che lo distingue, Abate gli risparmia quella fine ingloriosa. E la colpevole incuria di una "dotta" giuria lo premia con un "Campiello".
-E la moneta della "Magna Graecia"? Ma come diavolo si può immaginare che un Arcuri, chiamato alle armi, é inviato al fronte Orientale nel 1943, quando il fronte orientale non esisteva ormai più, per via dell’ormai tragica ritirata, e si porta dietro una moneta ellenica? Solo Abate può concepire un motivo plausibile. Quella moneta servirà a salvargli la vita nel momento di massima difficoltà, non durante la prigionia, ma quando era già stato liberato da quei distratti americani che dimenticarono, però, di impartirgli istruzioni sulle modalità del rimpatrio a cui avrebbero provveduto loro. E lui, ignorando che c’erano a disposizione treni funzionanti sulle linee ferroviarie in gran parte riattivate e autocarri americani sui tratti non ancora rimessi in sesto, affronta a piedi, la lunga marcia che dura mesi. Con quella moneta, intanto, pagherà gli abitanti di un maso altoatesino, in cambio di un pezzo di pane di segala ed un po' di formaggio e, fors'anche, qualche patata (finalmente bollita e non cruda). Quell‘antica moneta della “Magna" Graecia forse racchiudeva, nel nome, il vero recondito significato del suo potere d’acquisto, tutto racchiuso in quel “magna” che diventa correlato al verbo “magnare”, nel senso più banale e pedestre della funzione alimentare. Cordiali saluti,
Ernesto Scura