di Ernesto Scura
TEMPO DI GUERRA : LA STRATEGIA IRRESPONSABILE E STUPIDA DEI BOMBARDAMENTI ALLEATI
(Pubblicato,in estratto,sul quotidiano “il Giornale” del 3 12 2019)
Il “Portico dei servi”,a Bologna,ricostruito dopo il bombardamento
Raccontava un mio cugino,che nel 1942 prestava servizio,
a Trapani,nella contraerea,l’abbattimento di un aereo
americano.L’aereo cadde ma non esplose,mentre il pilota
cercó scampo lanciandosi col paracadute.
Quando fu catturato,il pilota era visibilmente ubriaco e, nella
cabina,fu trovata una cassa con bottiglie di Wiskey.
Era uno dei tanti piloti yankee,con licenza di uccidere civili,
uomini,donne e bambini e distruggere preziosi monumenti
e vestigia di una civiltà ultramillenaria.
Era questo il prezzo che ci facevano pagare gli alleati per
quella preziosa “democrazia” che ci stavano elargendo.
Ma come costava cara quella “democrazia” pagata col
sangue di cittadini inermi e a suon di distruzione di opere
d’arte di valore inestimabile.
E quei piloti,a tempo perso,specie quando non c’era alcun
motivo strategico,scendevano in picchiata sui posti più
tranquilli e pacifici,a mitragliare,anche su bucolici viottoli
di campagna,persino un contadino appiedato,armato di...
zappa,persino,in tranquillii paesini,i bambini con lo zaino
in spalla,che si recavano a scuola,e non vi dico quando
avvistavano un veicolo che, inconfondibilmente,era una
sgangherata carretta a trazione animale,col carico di fieno
per le mucche.
Nulla sfuggiva a quel gioco che tanto li divertiva.
Un “tiro al piccione”,dove,a ruoli invertiti,era il “volatile”
in movimento che,dall’alto,mirava al bersaglio,a terra.
La città di Treviso venne bombardata il 7 Aprile del 1944.
Non a caso,il 7 Aprile del 1944 era il Venerdì Santo.
E non fu una semplice coincidenza,ma una premeditata
azione dissacrante a sfondo terroristico nel giorno più caro
alla pietas della gran parte dei trevisani,rispettosi cultori
della solennità della Pasqua.
Il 15 settembre 1944,i viaggiatori del tram che da Brescia
portava a Carpenedolo,guardavano,incuriositi,dai finestrini,
il passaggio di tre aerei in direzione Lonato,e cercavano di
indovinare dove sarebbero andati a buttare le bombe.
All’improvviso,però,constatarono,amaramente,che quegli
aerei tornavano indietro e puntavano,in picchiata,proprio
sul loro tram,che mitragliavano con proiettili incendiari,
perforanti e dirompenti,appagando,così,la loro iniziale
curiosità,con la certezza che erano diventati loro l’obiettivo
occasionale di quella trasferta,a conferma della flessibiltà
della “meta” di una missione dettata più dalla fantasia che
dal piano di volo.
Ma quegli eroi fecero di più.Effettuarono un secondo round
mitragliando anche i singoli viaggiatori terrorizzati che,nel
fuggi fuggi,cercavano scampo nei campi circostanti.
Possiamo immaginare le risate di soddisfazione di quei piloti
che,anche se sommariamente,cercavano di stabilire chi ne
avesse abbattuti di più di quei...”piccioni”.
Ci fu una serie di francobolli emessi durante la Repubblica
Sociale Italiana,raffigurante,ognuno,un monumento storico
italiano distrutto da quei bombardamenti indiscriminati.
La didascalia era: “HOSTIUM RABIES DIRUIT”.
Non occorre essere grandi esperti di lingua latina per tradurre:
LA RABBIA DEI NEMICI DISTRUSSE.
La rabbia,ecco, LA RABBIA,era il vero movente dello scempio.
E,che io sappia,la rabbia è un istinto bestiale che caratterizza
le azioni irrazionali delle belve che disconoscono la sensibilità
e i pathos dell'animo umano.
Uno dei monumenti più significativi,di quella serie filatelica,
poi fedelmente ricostruito nel dopoguerra,è il Portico della
chiesa di Santa Maria dei servi”,a Bologna.
E volli visitarlo,quasi misticamente,frenando l’emozione del
momento.
Elegante,sublime nella snellezza delle sue esili colonne che,
nella sequenza di quella fuga prospettica creano l’armonioso
sostegno di una copertura vaporosa nelle sue volte a crociera.
Chissà quale bovaro del Texas o quale gangster del Bronx ha
osato ferirne lo splendore,mentre,possiamo esserne certi,
masticava.con rabbioso nervosismo,la sua...cewingum.
Che coraggio decretarne la distruzione !
Ma ancora più coraggio ci volle nell’accanirsi a distruggere
persino il già “distrutto”,cioè bombardare gli scavi dell’antica
Pompei,aggiungendo devastazione aerea alla devastazione
vucanica,distruzione a distruzione,tanto per rendere ancora
più gravosi,e forse impossibili, i già difficili lavori di restauro.
La "strategia" mirava a far danni all'Italia fascista,e non
immaginavano di arrecare danni,ben più gravi,all'umanità.
Forse solo un miracolo risparmiò dalla distruzione uno dei
più grandi capolavori di Leonardo,il CENACOLO,scampato
fortunosamente alla devastazione di una bomba caduta a
meno di venti metri,con grave disappunto,immaginiamo,
del pilota che non era riuscito distruggere quel capolavoro
dell’arte universale,affrescato su una parete del refettorio
di Santa Maria delle Grazie,a Milano.
Probabilmente,venuto a conoscenza del fallito esito della
sua infelice incursione,amareggiato,avrà esclamato:
“Pazienza,sarà per la prossima volta”.
Ernesto Scura