Di Ernesto Scura
( Pubblicato,in estratto,sul quotidiano “il Giornale” del 22 11 2019 ).
il 12 aprirle 1943 è una data che i cosentini non dimenticheranno mai, per il terrore provocato dalle molte bombe sganciate dalla RAF inglese. Era la prima volta,dall’inizio della guerra,che Cosenza veniva scelta per quegli attacchi aerei che causavano più di 130 morti,moltissimi feriti e gravi danni agli edifici civili del centro abitato.
Non fu risparmiata,dunque,nemmeno la piccola Cosenza,una città che,al pari di Dresda e Hiroshima,non ospitava fabbriche di alcun tipo, e figuriamoci se di armi. Dove non vi erano distaccamenti militari,nè italiani nè tedeschi,una città inerme, isomma,strategicamente insignificante. E allora? Perchè quell’accanimento.? È chiaro,quei rabbiosi accanimenti avevano,semplicemente, lo scopo di esasperare la popolazione civile italiana che,d’altronde,esasperata lo era già per le gravi restrizioni alimentari. Mio padre,quel giorno,era partito in treno alla volta di Cosenza,dove lo aspettava il fratello,insieme col quale doveva sbrigare certe pratiche alla Direzione Provinciale delle Poste. L’incontro era previsto proprio alla stazione ferroviaria che,guarda caso,quel giorno era l’obiettivo principale del bombardamento. Ma il risultato del bombardamento fu che il binario rimase intatto. Infatti,mio padre,giunto una mezz’ora dopo quel disastro,scese in corrispondenza della pensilina.Le bombe avevano gravemente danneggiato l’edificio della Stazione,con gli infissi sfondati per lo spostamento d’aria e intonaci staccati dalle pareti,soqquadro di tegole e calcinacci sparsi dappertutto.Per fortuna le strutture non subirono danni e non ci furono crolli. Mio zio, si trovava nella sala d’attesa e quando mio padre si rese conto di quell’mmane disastro fu assalito dal terrore che il fratello fosse rimasto vittima delle bombe. Quand’ecco che un “fantasma”,imbiancato di polvere,tremante e in lacrime,gli si fece incontro ad abbracciarlo.E finalmente capì che si trattava del fratello miracolosamente scampato alla morte. E giù lacrime e abbracci.
Della Stazione andò distrutto solo l’edificio dei servizi e latrine. La furia delle bombe non risparmiò molti edifici abitativi della città, come la splendida Chiesa di San Domenico ricca dei dipinti di un ciclo pittorico del Borremans che andarono distrutti. In successivi bombardamenti andarono distrutti il teatro Rendano, Il Liceo Classico Telesio e la Biblioteca Civica,tre monumenti che onorano la cultura cosentina,e la chiesa del Crocefisso o della Riforma,molto cara alla devozione dei cosentini, nonchè ai cultori di arte.Denudata del tetto rimase esposta all’ulteriore furia delle intemperie le cui successive devastanti aggressioni non furono meno gravi delle incursioni aeree.
D’altronde,non vi furono città italiane,ma nemmeno paesini,anche i più insignificanti sotto il profilo strategico,che siano sfuggiti alla ferocia dei bombardamenti alleati. Durante l’incursione sull’aeroporto di Vibo Valentia del 16 luglio, venne coinvolto,inspiegabilmente,anche il lontano modesto centro abitato di Mileto,provocando una strage:39 civili uccisi. Quei bombardamenti, di tipo terroristico,avevano il solo scopo di fiaccare il morale della popolazione, per annullarne la volontà di proseguire la guerra,ammesso che ancora ce ne fosse. Ecco alcune cifre o stime attendibili di questa strategia. Agrigento, 196 vittime, Ancona, 1182 Arezzo 179 Avellino 362,Bologna 2481 Bolzano, circa 200 vittime,Brescia 430, Brindisi 126 Cagliari 990, Caltanissetta 350, Catania 750,Catanzaro tra 295 e 400 vittime Cesena 700 , Cosenza, 136 ,Ferrara 1071 ,Firenze tra 479 e 700 vittime, Gorizia, 116 , Isernia, almeno 500 vittime,La Spezia,182 ,Livorno,tra 700 e 1300 vittime,Macerata, 118 ,Mantova 121,Massa 126, Messina, 854, Modena 368 ,Milano, circa 2200,Napoli circa 7000 vittime, Padova circa 2000 vittime,Pesaro 215 ,Pescara circa 2000,Piacenza, circa 300,Pisa, 738 ,Pola 280 vittime,Pordenone 118 , Potenza 150, Prato 163,Reggio Calabria, 918 vittime,Reggio Emilia 450 ,Rieti 49, Rimini 607, Roma, tra 3000 e 5000 vittime,Salerno, tra 246 e 600 vittime,Savona.287,Torino 2069,Trento 360-400 vittime,Treviso,circa 1600 vittime,Trieste 686,Terni 1077,Udine 468,Varese circa 190-200 ,Verona,circa 700,Vicenza,circa 1000 vittime,Viterbo 1017,Zara,tra 467 e 1000 vittime. E non fu risparmiata nemmeno la Stazione di Sibari che,pur non avendo, allora,le caratteristiche di un centro abitato,essendo un semplice snodo ferroviario,pagò il suo amaro contributo,all’olocausto, con ben 80 morti. Tutti rigorosamente civili,ferrovieri e viaggiatori,nemmeno uno militare. CONCLUSIONI: Quel conflitto bellico,alla luce dei tanti disastri,e sangue,e lacrime patiti da una logorata popolazione civile,in effetti si svolse,in massima parte,sì tra due belligeranti,ma che non erano,entrambi schieramenti militari,bensì: -DA UNA PARTE MILITARI ALLEATI -DALL’ALTRA PARTE CIVILI ITALIANI,INERMI E INDIFESI. IL RISULTATO ERA SCONTATO.