“Ponzio Pilato, un anticipatore della ragion di Stato o “colui che fece il gran rifiuto”?

Per il terzo anno consecutivo, un personaggio della Settimana Santa, una manifestazione che ripercorrerà la storia e il tormento di un uomo, ma anche le sofferenze della moglie, nonché la letteratura e le diverse visioni di Ponzio”.  è quanto dichiara il professore Giuseppe De Rosis, ideatore dei ‘Viaggi letterari’ e guida del Gruppo Gli Amici dell’Arte, nell’annunciare l’ennesima iniziativa culturale che la comunità di Corigliano Calabro si appresta a vivere. L’appuntamento è per martedì 27 marzo alle ore 19.00, presso la Chiesa di Sant’Anna, nel cuore del Centro storico cittadino. “Il Procuratore Ponzio Pilato” è il prescelto tema di questa manifestazione dall’indubbio interesse, curata dal professore De Rosis e promossa dal locale Santuario di San Francesco di Paola. Il programma del ‘Viaggio’ – i cui lavori saranno introdotti e coordinati dalla dott.ssa Anna Milieni – prevede i saluti di Padre Giovanni Cozzolino e le letture di alcuni testi di autori del calibro di Bono, Bulgakov, Callois, Dante, France, Maffia. Cospicuo, come di consueto, il numero degli interpreti: Anna Milieni, Piergiorgio Garasto (consulente musicale della serata), Maria Caravetta, Lucia Librandi, Gianni Policastri, Lella Persiani, Maria De Santis, Alfonso Spezzano, Mario Gallina, Nicola Cumino, Mario Felicetti, Natale Avolio, Franco Cirò, Francesco Reale, Erminia Madeo, Placido Bonifacio. Le notizie biografiche su Ponzio Pilato sono scarse e incerte: per tutti, ovunque, lui è semplicemente l’uomo che condannò a morte Gesù. Né ciò può stupire visto che l’unica fonte storica su questo personaggio è stata rappresentata, fino a qualche decennio fa, dai Vangeli, senza alcuna possibilità di raffronti; solo nel 1961, grazie ad una scoperta casuale, fu rinvenuta nel teatro di Cesarea, in Israele, un’epigrafe romana con la scritta “Pontius Pilatus, praefectus Iudeae”, prova inequivocabile della veridicità di quanto affermato nelle Sacre Scritture. E proprio riguardo al più celebre processo della Storia, è evidente l’atteggiamento riluttante di Pilato a esprimersi per la condanna estrema: le parole, l’aspetto, l’umiltà e i modi del giovane nazareno condotto al suo cospetto lo avevano profondamente colpito, e non trovava in lui alcuna colpa che potesse giustificare quanto gli veniva chiesto di fare. E infatti Pilato tentennò, prese tempo, chiese consigli, rimandò, infine giocò la carta estrema di Barabba, ma non riuscì a impedire una condanna che sentiva evidentemente ingiusta, e forse, da buon romano alquanto superstizioso, sentiva gravare su di sé l’approssimarsi di una sorta di punizione divina per essersi reso responsabile di quel sangue versato ingiustamente. L’appuntamento per disquisire e riflettere sulla controversa figura di Ponzio Pilato è dunque per martedì prossimo, 27 marzo, con il nuovo ‘Viaggio letterario’ del Gruppo Gli Amici dell’Arte.

Crediti