All’onda del mare. Storia di donna in un borgo di Calabria”, il testo teatrale di Assunta Scorpiniti, andrà in scena presso il Castello di Santa Severina (KR) il prossimo 8 marzo con la regia e l’interpretazione di Imma Guarasci

Lo spettacolo, prodotto dall’ associazione  “Maschera e Volto”,  si svolge nell’ambito del Progetto regionale “Castelfiaba” (Pac 2017), ed è abbinato a una Tavola Rotonda su “L’empatia e il coraggio delle donne di fronte alla malattia” che vedrà la partecipazione di Tullia Prantera (primario oncologo), Anna Pirozzi (cardiologa), Uccia Renne (chirurgo senologa). Interverranno anche la direttrice artistica di “Castelfiaba”, Lucia Bellassai, e Lucio Giordano, il sindaco del Comune di S. Severina che ha patrocinato l’evento rivolto a sensibilizzare su un tema importante e sulla forza delle donne, con l’apporto di donne-medico e donne-artiste. Scritto nel 2012, pubblicato da Ferrari Editore e già rappresentato con successo presso il Teatro dell’Acquario di Cosenza, l’Università della Calabria e al festival culturale “I Giardini delle Esperidi” di Zagarise (CZ), il testo di Assunta Scorpiniti nasce da una lunga ricerca antropologica sull’identità mediterranea della Calabria; nel suo sviluppo, descrive il sentimento universale dell’essere donna a partire dalla storia reale di una donna di una comunità marinara calabrese, ricostruita “ascoltando tante voci del mare”, che poi è quello “eterno” della speranza e dell’attesa, evocativo anche del presente del “Mare Nostrum” attraversato da tanta umanità migrante. Imma Guarasci lo porta in scena con una regia sapiente, fatta di scenografie simboliche riecheggianti dimensioni legate a sentimenti senza tempo, atmosfere acustiche, la continua interazione con il video per creare una commistione di tempi e di spazi; soprattutto facendo rivivere con grande intensità interpretativa Caterina,  la coraggiosa protagonista del testo e della storia vera di un naufragio la cui memoria è ancora viva nella comunità di Cariati, il luogo da cui la ricerca è partita.

 

Nel monologo, ma anche con le movenze, gli stati d’animo, la figura avvolta nella tradizionale “veste a cinta”, ella racconta il suo percorso di moglie e madre di fronte alle tempeste reali e metaforiche della vita, ma anche nel rapporto con il mare e in continuo dialogo con la luna, costituendo “una triade unita dalla capacità di supportare l’esistenza e dalla forza generatrice”.

 

L’ allestimento, nato, dunque, da un’interessante collaborazione al femminile, e realizzato con vari livelli di narrazione (teatrale, cinematografico e documentario), è impreziosito dalla partecipazione del fisarmonicista Paolo Presta, che con il gruppo “I Musicanti del vento” ha creato l’inedita colonna sonora “Navigare”; dalle immagini realizzate da Nicola Labate Scarpacotta nello scenario di Cariati; dalle fotografie di Stefania Sammarro; dalla straordinaria partecipazione in video dei pescatori cariatesi della famiglia Zolli e dei lavoratori del peschereccio “Maria Margherita”, in un originale esperimento drammaturgico, in cui la ricerca antropologica si coniuga con il teatro sociale.

 

 

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