La Polizia di Cosenza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura di Castrovillari, a carico di cinque soggetti accusati, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo ed estorsione.
Le indagini, riferiscono gli investigatori, hanno consentito di fare luce «su una squallida vicenda di violenza sessuale e di sevizie, avvenuta a Corigliano Rossano, nei confronti di una donna e protrattasi per ben 10 anni». Alle prime ore della mattinata odierna personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Corigliano-Rossano, unitamente a quello della Squadra Mobile di Cosenza e con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale di Rende, ha tratto in arresto, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare a firma del GIP presso il Tribunale di Castrovillari Dott. Luca COLITTA, datata 12 agosto 2019, emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari diretta dal Dott. Eugenio FACCIOLLA, 5 individui: (sono state diffuse per ora solo le iniziali, ndr)
- L. G., di Corigliano- Rossano;
- G., di Corigliano- Rossano (CS);
- O., di Corigliano Calabro (CS);
- M., di Corigliano Calabro (CS);
- B., di Corigliano Calabro (CS),
in quanto gravemente indiziati dei reati di violenza sessuale di gruppo ed estorsione per fatti commessi a Corigliano-Rossano fino al luglio 2019 e nell’arco temporale di circa dieci anni. L’attività di indagine, coordinata dal Sost. Proc.. GALLONE sotto le direttive del Procuratore Capo Dott. FACCIOLLA, è scaturita dalla denuncia presentata in data 5 agosto u.s. da una cittadina albanese. La donna con dovizia di particolari ha descritto una serie interminabile di violenze sessuali, sevizie e soprusi di ogni genere subiti ad opera degli indagati, nel corso degli ultimi dieci anni. Ha spiegato come una comune relazione sentimentale extraconiugale con uno degli indagati si fosse in breve tempo trasformata in un’escalation di brutali violenze fisiche e psicologiche. Gli indagati minacciavano la vittima che avrebbero ucciso il figlio di appena 5 anni e il suo compagno, qualora si fosse rifiutata di fornire delle prestazioni sessuali. La vittima è stata pertanto costretta a prostituirsi, a subire rapporti sessuali anche di gruppo e comunque pratiche sessuali violente consistenti in vere e proprie sevizie; nonché a consegnare agli indagati consistenti somme di denaro sotto la minaccia di divulgare filmati che la ritraevano in atteggiamenti sessuali espliciti. L’attività di riscontro, effettuata da personale della Polizia di Stato, sotto le direttive della Procura della Repubblica di Castrovillari, ha dato consistenza ai fatti narrati dalla vittima. E’ infatti emerso effettivamente che nel corso di un lungo periodo la malcapitata è stata sottoposta ad ogni genere di violenze sessuali nonché a richieste estorsive di denaro e di prestazioni sessuali ottenute con costrizioni e violenze fisiche e psichiche. Difatti a causa delle continue violenze subite che gli provocavano ematomi, lividi e segni evidenti sulle braccia e sul corpo, la cittadina albanese si è recata due volte nel corso del 2017 in un Ospedale di Roma, per giustificare con i familiari, all’oscuro di tutto, una non meglio specificata malattia che gli provocava questi segni evidenti sul corpo. A riscontro di quanto denunciato dalla vittima, nell’immediatezza sono state effettuate varie perquisizioni domiciliari a carico degli indagati nel corso delle quali sono stati rinvenuti 480 grammi di marijuana, un bilancino di precisione ed una serra per la coltivazione indoor della stessa marijuana, nonché attrezzi utilizzati per effettuare prestazioni sessuali particolari. Sono in corso ulteriori indagini al fine di identificare altri soggetti che nel corso di questo lungo lasso di tempo si sono resi corresponsabili di violenze sessuali nei confronti della cittadina albanese. Dopo le formalità di rito gli arrestati sono stati trasferiti nella Casa Circondariale di Castrovillari a disposizione dell’A.G. competente. Si tratta dell’ennesimo risultato investigativo raggiunto nel breve periodo dalla Procura della Repubblica di Castrovillari a seguito di denuncia della vittima, in stretta e perfetta sinergia operativa con il personale della Polizia di Stato, a testimonianza dell’impegno e della presenza delle Forze dell’Ordine e della magistratura nel territorio del comune di Corigliano-Rossano.