La Corte Suprema di Cassazione – in totale accoglimento del ricorso presentato dall’Avv. Pasquale Di Iacovo - ha annullato il provvedimento del Tribunale del riesame di Cosenza che lo scorso 24 aprile aveva confermato il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, che era stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari in data 05/03/2019 e con il quale erano state sequestrate le risorse finanziarie,

i beni e le altre utilità nella disponibilità delle società Euroidee s.r.l., Teraland s.r.l. e Teragate s.r.l., tutte amministrate dai due imprenditori D.C.G. e S.G.P. Le “Zone Franche Urbane” sono aree territoriali caratterizzate da forti disagi sociali e occupazionali individuate dal Ministero dello Sviluppo Economico, al cui interno vengono attivati programmi di defiscalizzazione e decontribuzione proprio per incentivarne la ripresa. Gli imprenditori D.C.G. e S.G.P. erano stati individuati come soggetti che gestivano le predette società, le quali pur essendo vincitrici del bando relativo alle “Zone Franche Urbane” del Centro Storico dell’area urbana di Corigliano, avevano dichiarato sedi fittizie per raggirare il Fisco, alla stregua di ciò che avviene per i soggetti economici con residenze fittizie nei cosiddetti “paradisi fiscali”. In particolare ai due imprenditori erano state sequestrate le risorse finanziarie, i beni e le altre utilità nella disponibilità delle società Euroidee s.r.l., Teraland s.r.l. e Teragate s.r.l., poiché accusati di aver attestato falsamente di aver aperto un ufficio o locale, destinato allo svolgimento della propria attività, all’interno del perimetro della cosiddetta “Zona Franca Urbana”, in tal modo ottenendo una non dovuta compensazione di tributi sino a concorrenza dell’importo pari ad € 34.742,28 per il solo anno fiscale del 2015. Contro il provvedimento di sequestro i due imprenditori avevano presentato ricorso al Tribunale del riesame di Cosenza, il quale lo aveva confermato ritenendo sussistenti i gravi indizi di commissione dei reati agli stessi contestati. Anche contro tale decisione l’Avv. Pasquale Di Iacovo ha presentato, nell’interesse dei due imprenditori, un ricorso davanti alla Corte Suprema di Cassazione, la quale, all’esito dell’udienza tenutasi a Roma lo scorso 5 aprile, ha condiviso tutti i motivi del ricorso presentato dall’Avvocato penalista coriglianese, annullando l’ordinanza del Tribunale del riesame di Cosenza per insussistenza di gravi indizi di commissione del reato agli stessi contestati.

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