Si è concluso lo scorso 22/05/2019 il processo che vedeva alla sbarra alcuni pregiudicati coriglianesi, accusati di aver scassinato la saracinesca e la porta d’ingresso dell’esercizio commerciale denominato “Conte Caffè”, asportando la cassettiera del registratore di cassa ed anche otto pacchi di biglietti di lotteria denominati “gratta e vinci”.

Dopo il furto i malfattori avevano anche avvicinato il figlio del proprietario del Bar per costringerlo con pesanti minacce a non consegnare le registrazioni effettuate dalle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno dell’attività commerciale, che avevano ripreso i due ladri mentre si introducevano, clandestinamente e con il volto incappucciato, all’interno dell’esercizio commerciale per rubare gli oggetti di valore facilmente asportabili. Tuttavia il figlio del proprietario del Bar non cedeva alla minacce e decideva di denunciare i tre soggetti. Nella stessa giornata la vittima si recava presso la Caserma dei Carabinieri, dove i militari lo invitavano a fornire una descrizione dei malviventi, al fine di consentirne l’individuazione fotografica. La vittima riconosceva in fotografia i coriglianesi S.L. ed F.C. quali autori del furto ed il coriglianese Ginese Salvatore quale autore dell’avvicinamento con metodi minacciosi finalizzati a costringere la vittima a non consegnare le registrazioni effettuate dalle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno dell’attività commerciale. Durante il processo l’Avvocato Pasquale Di Iacovo, difensore di Ginese Salvatore, ha sottoposto la vittima ad un penetrante ed articolato controesame testimoniale, dal quale - a parere del difensore – emergeva l’assoluta estraneità di Ginese Salvatore ai reati di cui era stato incolpato. Il Tribunale di Castrovillari ha condiviso integralmente la tesi difensiva avanzata dal penalista coriglianese nell’interesse di Ginese Salvatore, pronunciando nei confronti del suo assistito una sentenza di assoluzione “per non aver commesso il fatto”. Sorte diversa invece hanno avuto gli altri due incolpati, in quanto F.C. è stato giudicato separatamente dal Tribunale di Catanzaro con sentenza di condanna alla pena di anni uno e otto mesi di reclusione, mentre S.L. è stato condannato alla pena di un anno e sei mesi di reclusione.

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