La Corte di Cassazione annulla la sentenza della Corte d’Appello d’Assise di Catanzaro e «rinvia per un nuovo giudizio ad altra sezione».
È l’esito del dispositivo redatto dai giudici ermellini che «annullano la sentenza impugnata limitatamente alla circostanza aggravante dell’aver agito per futili motivi» di Salvatore Buffone e Cristian Dulan accusati rispettivamente di essere il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Carmine Avato, muratore di San Cosmo Albanse, nel Cosentino, freddato nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2015. Il 32enne Cristian Dulan, difeso dagli avvocati Giuseppe Leonardo De Luca e Daniele Torchiaro, è stato individuato come esecutore mandante dell’omicidio dietro indicazione del mandante Salvatore Buffone. Per queste ragioni prima il giudice del tribunale di Castrovillari, poi la Corte di Appello di Catanzaro avevano condannato i due, rispettivamente, a 18 e 30 anni di reclusione. La vittima, rientrando a casa da una serata in pizzeria, era stata raggiunta da sei colpi di pistola calibro 7,65 mentre scendeva dalla propria auto. Il 27 dicembre successivo Buffone e Dulan sono stati arrestati in seguito a una perquisizione che i carabinieri della Compagnia di Corigliano effettuarono a casa di Dulan il quale, all’arrivo dei militari, aveva cercato di sbarazzarsi di una pistola calibro 7,65 senza riuscirvi. Sottoposto a interrogatorio, Dulan aveva dichiarato di avere ricevuto da Buffone, diversi mesi prima del delitto, la richiesta di uccidere Carmine Avato, suo cognato, perché, a suo dire «maltrattava la famiglia della sorella». In cambio avrebbe ricevuto un «rimborso spese» di 500 euro.