L’operazione è stata ribattezzata “Flumen Luto” (fiume di fango) ed è conseguenza dell’alluvione che ha colpito la città di Rossano il 12 agosto del 2015.

Sono oltre 100 i sequestri eseguiti sul territorio di Rossano e Corigliano nel corso di un blitz scattato alle prime luci dell’alba e che vede impegnati 130 Carabinieri Forestali del Gruppo di Cosenza e Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, con il supporto del VIII Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia. Le forze dell’ordine stanno eseguendo un decreto di sequestro d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari su oltre 100 tra terreni agricoli, manufatti e fabbricati che insistono negli alvei dei fiumi e nelle fasce di rispetto delle aree a rischio idrogeologico. L’operazione scaturisce dall’alluvione dell’agosto 2015 che ha interessato i Comuni di Corigliano e Rossano. Sono 195 le persone indagate tra appartenenti alla Pubblica Amministrazione, Imprenditori edili e privati cittadini. Il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, in relazione al sequestro compiuto all’alba dai carabinieri forestali, e scaturito da un’inchiesta partita a seguito dell’alluvione dell’agosto 2015, che interessò Corigliano e Rossano spiega “abbiamo sequestrato terreni, fabbricati, interi condomini, servizi commerciali e anche piazze”. “A Corigliano c’è una piazza che è completamente abusiva, fatta in spregio al territorio, – dice Facciolla – hanno costruito nel fiume, hanno chiuso un intero alveo di 16 metri, riducendolo a due metri, per fare piazze e palazzi, favorendo certamente qualcuno”. “Il territorio è stato violentato, ed è venuta a galla questa situazione proprio per i danni che ci sono stati – dice ancora Facciolla – e, mi spiace dirlo, l’alluvione è stata l’occasione per evidenziare quello che è stato fatto, o non fatto, negli anni”. “Gli indagati riguardano anche le amministrazioni comunali di Corigliano e Rossano, ma anche l’Amministrazione provinciale di Cosenza, – dice Facciolla – funzionari e anche esponenti politici, perchè queste situazioni si legano a questioni elettorali, creano consenso, e le notifiche sono ancora in corso”. “Questo è un primo troncone – preannuncia il procuratore – ma chiuderemo un altro grosso troncone dell’inchiesta entro settembre”.

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