Il Vangelo di oggi: Mt 28,16-20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Contemplo:

Il mistero della Trinità
Siamo chiamati oggi a fissare il nostro sguardo sulla Trinità: è possibile all’uomo farlo? E’ un mistero profondo, inesprimibile, eppure ogni giorno ci basta fare il segno della croce e, se lo facciamo con consapevolezza ci porta a riflettere su fatto che siamo dimora, siamo abitati dalla Trinità: Padre Creatore, Figlio Salvatore e Spirito santificatore. Già questa è una semplice ma profonda professione di fede che ciascuno può e deve fare. Dio, mistero profondo ed inesprimibile, si lascia raccontare dalla vita e dalle parole di coloro che credono al suo amore, riversato nei nostri cuori , parlando della sua presenza viva nel mondo.

Commento al Vangelo del giorno:

Ogni mattina, appena il sole bussa alle finestre della nostra camera, noi apriamo gli occhi al mistero di un nuovo giorno. Il primo gesto è quello di tracciare sul nostro corpo il segno della Santa Croce e con le nostre labbra proclamiamo un altro mistero: quello di Dio. “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Parole semplici e abituali ma che ci parlano di Dio e della sua più profonda intimità. Pensare alla Santissima Trinità costa fatica. Più ci avviciniamo con la nostra mente a Dio e più ci sembra lontano, inaccessibile, irraggiungibile. Eppure il mistero della Trinità è il cuore della fede cristiana, il mistero che ci svela non solo i segreti di Dio ma anche quello degli uomini. Parlando di Dio, seppur in modo velato, parliamo dell’uomo, delle sue origini, della sua storia. Come avvicinarci a così grandi misteri senza il rischio di esserne accecati? Con semplicità. Narra Mons. Antonino Bello che un giorno ebbe occasione di parlare della Santissima Trinità con un suo amico prete che lavorava con gli zingari. Questi gli disse: «Io ai miei zingari sai come spiego il mistero di un solo Dio in tre persone? Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c’è una persona che si aggiunge all’altra e poi all’altra ancora. In Dio ogni persona vive per l’altra. E sai come concludo? Dicendo che questo è una specie di marchio di famiglia. Una  forma di “carattere ereditario” così dominante in “casa Trinità” che, anche quando è sceso sulla terra, il Figlio si è manifestato come l’uomo per gli altri». Vivere per l’altro questo è il mistero di Dio e il mistero di colui che è fatto a sua immagine e somiglianza. E’ quel “per “ che caratterizza la vita di Dio e la vita del Cristiano. Non dimentichiamolo mai quanto tracciamo sul nostro corpo il santo segno della Croce quando diciamo: “ Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

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