di Mario Gallina - Architetto -

Nell’ultimo Consiglio Comunale è stato “adottato” il PSA denominato della Sibaritide. Questo strumento urbanistico nato, come sempre, con un gesto megalomane di Rossano che nel 2005 propose per il suo nuovo piano urbanistico un piano associato con Mirto-Crosia e Calopezzati, così avrebbe potuto essere capofila guidando lo sviluppo futuro di quei paesi che ha sempre ritenuto suoi satelliti.

Avvenne però che in quel periodo si aprì una fase collaborativa con Corigliano che doveva andare anche al rinnovo del suo vecchissimo PRG per cui si propose, non so dire se fu Corigliano-Rossano o Rossano, ma penso Rossano che propose di allargare il PSA anche a Corigliano. La cosa ebbe successo ma qualcuno propose che a questo punto si coinvolgesse in questa allegra combriccola di PSA anche Cassano all’Jonio convitato non di secondo ordine! Rossano non fu molto d’accordo, perché vedeva spostare a Nord il baricentro del territorio interessato, ma alla fine ingoiò il rospo ed accettó. Venne indetta la gara d’appalto per la scelta dei progettisti con evidenza nazionale e tra tutti i partecipanti tra i quali vi erano soggetti di chiara fama la gara fu aggiudicata al consolidato tandem arch. Sandra Vecchietti ed il prof. Stefano Stanghellini Professore ordinario in Estimo presso l’Università Iuav di Venezia. La singolarità dell’incarico, se proprio la si vuol vedere, sta nel fatto che lo stesso tandem era stato, precedentemente il vincitore dell’incarico del piano Strategico del Città di Rossano “la Bizantina”, ma questa è un’altra storia. Il 2006 finalmente si avviò il lavoro per la redazione del PSA della Sibaritide. Ho narrato in altre occasioni questa storia ma è bene ricordarla per non dimenticare: C’erano due soggetti ognuno dei quali tendeva ad a essere leader e dominus dello studio e della committanza territoriale: Corigliano e Rossano che apparentemente camminavano a braccetto ma ognuno tirava l’acqua al proprio mulino e nessuno dei due si fidava dell’altro! Fu così che si trovò un compromesso che metteva a tacere tutte le tentazioni di primazia nelle scelte: Si istituirono due strutture 1. ufficio del Piano con sede a Corigliano 2. Cabina di regia con sede a Rossano. In tal modo le scelte fatte a Rossano venivano graficizzate e rese attuabili a Corigliano, inoltre venne affidato a tecnici, adeguatamente remunerati per come previsto dalla legge, un ufficio che aveva il compito di diffondere in tutti e cinque i comuni passo passo tutte i progressi ed i passaggi che lo studio proponeva, confrontandosi con le categorie professionali, commerciali e la cittadinanza, insomma quello che la legge definisce trasparenza e partecipazione, e per ogni riunione si affiggevano manifesti per pubblicizzare le attività e si tenevano registri dove venivano registrati tutti gli interventi che si proponevano nella assemblee ed i soggetti partecipanti con i relativi contenuti. Tutto perfetto? Beh non è che fosse un mondo perfetto, ma tutto sommato la partecipazione e l’informazione come la legge prevedeva erano garantiti. Con l’avvento dell’amministrazione Stasi il PSA è sparito dai radar della città, con almeno tre anni di assoluto silenzio, silenzio talmente assoluto che la regione si sentì obbligata a mettere gli uffici e l’amministrazione in mora, minacciando addirittura il commissariamento, ma non basta, gli altri comuni che fanno parte del PSA si sono sentiti diminuiti, perché assoggettati all’incuria o trascuratezza, se non agli interessi di Corigliano Rossano, e bussarono con forza agli uffici del Sindaco. Vistosi pressato Corigliano Rossano riprende il PSA laddove era rimasto ma non si fa carico di partecipare alle città da dove si ripartiva e dove si voleva andare, bensì come la migliore scuola antidemocratica insegna, chiudendosi in sagrestia e gestendo il futuro della città tra quattro mura. Quindi pubblicità sulle commissioni ma non una parola su cosa si discutesse in commissione, e quindi che si fottano cittadini e partecipazione, noi siamo noi e voi … Tutto questo però trascurando che questa volta non si tratta di scelte politiche o di essere più o meno democratici, qui si tratta di aver raggirato la norma, di aver seguito un percorso che la legge urbanistica vieta, pena l’invalidazione di tutto il processo! A titolo informativo riporto qui qualche passo della legge urbanistica regionale per portare a conoscenza dei cittadini quali sono i suoi diritti che con questo procedimento è stato negato. La legge urbanistica regionale prevede espressamente al titolo II La “PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE” ed al punto 6 recita: . I Comuni per promuovere la partecipazione allargata dei cittadini alla definizione degli strumenti urbanistici e delle politiche di sviluppo e governo del territorio comunale nonché favorire una reale attività di partecipazione e condivisione collettiva anche per le attività progettuali riferite a opere di rilievo e di interesse pubblico e nel rispetto del principio della sostenibilità, istituiscono e gestiscono con personale adeguato, specifici ‘laboratori di partecipazione’ che possono essere organizzati, in funzione delle specifiche necessità e situazioni anche in maniera diffusa, ma coordinata e in rete, nel contesto cittadino e più in generale territoriale e intercomunale. I laboratori di partecipazione, in relazione allo strumento urbanistico che si dovrà redigere e attuare (Strumenti di pianificazione comunale - strumenti di pianificazione comunale in forma associata, strumenti di pianificazione negoziata come definiti dalla presente legge e piani strategici e di sviluppo) ed anche in funzione di specifiche esigenze locali, possono essere articolati in: a) laboratori urbani; b) laboratori di quartiere; c) laboratori territoriali.”7 … Sono altresì pubblicati gli atti di partecipazione popolare ai processi decisionali, i documenti, i resoconti, le memorie e le note dei cittadini singoli o associati dei processi di partecipazione ed il contenuto del fascicolo della partecipazione e della concertazione, ovvero tutti gli atti dei laboratori di cui all’articolo 11. 4. La mancata pubblicazione1 delle comunicazioni di cui al comma precedente, delle quali viene tenuto apposito registro accessibile al pubblico presso il responsabile del procedimento, comporta l’inefficacia degli atti, che può essere fatta rilevare da chiunque vi abbia interesse. La corretta tenuta del registro è affidata al responsabile del procedimento anche per le eventuali conseguenze della citata inefficacia. Se della Legge Urbanistica e della legge in generale questa amministrazione fa strame vuol dire che siamo in presenza di manifesta illegalità che legifera norme illegali ed alle quali i cittadini devono reagire ed opporsi con tutti gli strumenti che lo Stato mette a disposizione!

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