Fonte: Comunicato stampa
Nel 2025, l’infertilità continua a essere una tematica complessa e spesso sottovalutata, soprattutto nel Sud Italia, dove il peso della tradizione e il giudizio sociale ostacolano un confronto aperto sul problema. Se da un lato la scienza ha fatto progressi significativi nel campo della procreazione assistita, dall’altro molte coppie evitano di affrontare il problema per paura di essere stigmatizzate. Questo ritardo nell’intervento può ridurre drasticamente le possibilità di successo dei trattamenti.
Secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 15% delle coppie italiane affronta problemi di infertilità, con una crescita costante negli ultimi anni. Le cause sono molteplici: dall’età materna sempre più avanzata ai fattori ambientali, dallo stress alle patologie non diagnosticate in tempo. In particolare, nel Sud Italia si registra un accesso più limitato ai centri specializzati, oltre a una minore propensione a ricorrere a soluzioni come la fecondazione assistita.
Le cause: tra età, inquinamento e stili di vita
Uno dei fattori principali che influisce sulla fertilità è l’età: il numero di donne che scelgono di avere figli dopo i 35 anni è in crescita, complice l’instabilità lavorativa e il desiderio di affermarsi professionalmente prima di costruire una famiglia. Tuttavia, la fertilità femminile subisce un calo fisiologico con l’età, rendendo più difficile il concepimento naturale.
Ma non è solo una questione anagrafica. Studi condotti dall’European Society of Human Reproduction and Embryology hanno evidenziato come l’inquinamento atmosferico e le sostanze chimiche presenti nei cibi industriali possano influenzare negativamente la salute riproduttiva. Le polveri sottili, i pesticidi e i metalli pesanti possono alterare la qualità degli ovociti e degli spermatozoi, contribuendo all’aumento dell’infertilità sia maschile che femminile.
Fecondazione assistita: una soluzione ancora poco accettata
Nonostante i progressi della medicina, nel Sud Italia il ricorso alla procreazione assistita è ancora limitato rispetto ad altre regioni. Il trattamento con gameti donati (fecondazione eterologa), ad esempio, viene spesso visto con diffidenza, sia per ragioni etiche che per il timore di un’alterazione della linea genetica familiare. Tuttavia, in molti paesi europei questa tecnica è ampiamente accettata e garantisce tassi di successo elevati.
Il ruolo della sensibilizzazione e dell’educazione
Per superare i pregiudizi legati all’infertilità, è fondamentale promuovere una maggiore informazione sul tema. La prevenzione gioca un ruolo chiave: visite ginecologiche e andrologiche regolari, uno stile di vita sano e un’educazione alla fertilità nelle scuole potrebbero aiutare le nuove generazioni a prendere decisioni più consapevoli.
Il tempo è un fattore determinante nella lotta contro l’infertilità: abbattere i tabù e affrontare il problema con tempestività può fare la differenza tra il successo e l’insuccesso dei trattamenti. È ora di cambiare mentalità e dare alle coppie il sostegno di cui hanno bisogno per realizzare il sogno di diventare genitori.
Dott. Davide Uva - Embriologo Clinico e Seminologo