di Salvatore Martino
È davvero triste constatare che nessuno si stia rendendo conto che il clima di intolleranza, di scontro, di odio, di muro contro muro, che sta degradando questa nostra società, stia irrimediabilmente portando il nostro Paese e l’Europa verso una sconcertante insignificanza culturale e politica dalla quale sarà molto difficile venire fuori.
Stiamo vivendo una sorta di post-democrazia nella quale ciò che è importante non sono le regole da seguire, i problemi da risolvere, gli obiettivi da raggiungere, ma il prevalere del proprio punto di vista. Non ha importanza se sia giusto o sbagliato, condiviso o no, ciò che conta è che quel che viene affermato prevalga e basta.
Al dialogo, al confronto, alla dialettica, che sembrano, oramai, strumenti in disuso e appartenenti al passato, si preferisce la perentorietà, l’autoreferenzialità e, se occorre, persino, l’invettiva e la demonizzazione dell’avversario.
Non contano più il parere degli altri, la diversità di vedute, la ricerca della verità, conta solo la propria opinione. Possibile che non importi più a nessuno il fatto che questa società sia formata da una comunità di persone diverse tra di loro, e che per migliorala e migliorare questo mondo occorre che queste, pur nella diversità, camminino insieme per affrontare insieme le difficoltà che stanno innanzi?
Se il clima sociale e politico continuerà ad essere questo, il futuro sarà impietoso e i guasti da riparare costeranno tantissimo alle giovani generazioni, e non solo in termini economici.