Il Vangelo di oggi: Mt 5,13-16: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?

A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

 

Contemplo:

La vita può anche apparentemente essere coronata da vari successi politici ed economici. Può anche suscitare l’ammirazione del mondo e dei posteri. Ma di fronte a Dio è vuota, se non è vissuta in Cristo. Non è possibile dare una risposta ai supremi interrogativi che ci portiamo dentro (che senso ha la mia vita? Dove sto andando? Perchè la morte? Perché la sofferenza? Perché il male nel mondo?) senza Cristo. Cristo ci svela il senso vero dell’esistenza. Per questo abbiamo bisogno di rimanere in Gesù, in modo pieno e globale. Abbiamo bisogno di rimanere nella sua vita divina. Abbiamo bisogno di rimanere nel suo Amore. Cristo è sorgente di vita nuova e il cristiano vive una relazione vitale con lui.

 

Commento al Vangelo del giorno:

Il sale era uno degli elementi fondamentale ai tempi di Gesù: insaporiva i cibi, preservava dalla putrefazione e, in ambito propriamente religioso, veniva unito ai sacrifici di oblazione (Lv 2,13; Ez 43,24). Nel caso in cui il sale avesse perduto il proprio sapore (eventualità plausibile, dato che il sale veniva ricavato con tecniche imperfette che ne compromettevano talvolta la qualità), non poteva che esser «gettato via e calpestato». Calpestato dagli uomini: questo è il destino del sale che perde il sapore. Lo stesso discorso vale per me, per te, tutte le volte che, in nome di un facile guadagno, di un piccolo tornaconto, di un pizzico di prestigio vendiamo la nostra dignità, barattiamo i valori profondi che danno sapore, senso alla nostra vita. I soldi svaniscono, la carriera viene meno e coloro a cui avevamo venduto la nostra dignità ci calpestano, ci gettano nel tetro angolo del dimenticatoio. Diventiamo nulla, polvere. Gesù non ci offre una manciata di soldi, un conto in banca, una carriera folgorante, la sottile suggestione di un subdolo potere che ci fa sprofondare nel baratro della “propria ragione” da imporre ad ogni costo; egli ci riveste di una nuova dignità, ci dona gli abiti splendenti di una vita semplice ma che irradia una tenue luce, un delicato sapore. Siamo chiamati ad essere luce e sale, uomini che vivono nella libertà dei figli e non nella sudditanza dei servi. Se vendiamo, come Esaù, questa dignità per un piatto di lenticchie perderemo luce, sapore e saremo calpestati dagli uomini. In questa ottica diventa ancora più affascinante e dolce l’insegnamento di Gesù: “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei Cieli”. Non può rimanere nascosta la dignità di figli, la sorprendente novità di una nuova fratellanza.

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