Fonte: Il Sole 24 ore
di Donata Marrazzo
Dalla fusione delle due cittadine dell'Alto Jonio cosentino è nato il terzo comune calabrese. Per la prima volta ha eletto un sindaco, Flavio Stasi, che ha ottenuto oltre il 70% dei voti al ballottaggio. Dopo le soluzioni tampone per le prime emergenze, guarda a un modello di sviluppo sostenibile per un'area tra le più ricche della regione e a forte vocazione agroindustriale e turistica.
Flavio Stasi è simbolo e sintesi di un esperimento: la fusione tra i comuni di Corigliano e di Rossano, nell'alto Ionio cosentino. Una riorganizzazione amministrativa scelta con referendum nel 2017, che solo con le ultime elezioni ha prodotto un primo, vero atto congiunto. Sentito e partecipato: i cittadini della nuova città unica, che per un anno, dopo la fusione, sono stati accompagnati (con qualche frizione) dalla gestione del commissario prefettizio Domenico Bagnato, lo hanno eletto sindaco al ballottaggio. Con una percentuale da plebiscito: 72,56 per cento. Il “ciclone Stasi”, lo chiamano.
Corigliano Rossano, Pil procapite fra i più alti della Calabria
Con quasi 80 mila abitanti, Corigliano Rossano risulta oggi il comune più esteso della regione e il terzo per abitanti dopo Reggio Calabria e Catanzaro e un Pil procapite fra i più alti della Calabria. La nuova città riparte dalla sua vocazione agricola e turistica e da un patrimonio storico artistico di grande valore (dal Codex Purpureus di Rossano al Castello ducale di Corigliano) per avviarsi verso un modello di sviluppo ecosostenibile. Dove tutela dell'ambiente, cultura e smart city si pongono in cima alle priorità.
Le emergenze della città unica
«Il processo di fusione deve ancora sedimentarsi e l'intero territorio ha bisogno di risollevarsi dopo anni di trascuratezza che hanno peggiorato servizi e qualità della vita», spiega Flavio Stasi. «La questione dell'accessibilità e dei collegamenti ferroviari, i lavori per la statale 106, il tribunale accorpato a quello di Castrovillari, l'emergenza sanitaria, la depurazione, la crisi idrica sono problemi che attendono risposte urgenti», aggiunge.
Le task force di Stasi
Movimentista, un passato nella sinistra radicale, Flavio Stasi, 36, ingegnere originario di Rossano, pungolava da anni il territorio e la politica locale: il futuro della centrale Enel di Sant'Irene e le discariche non autorizzate, alcuni dei suoi cavalli di battaglia. Che ora entrano nell'azione di governo.
Atteso entro fine mese l'esecutivo, ma Stasi muove già i primi passi: una task force sta intervenendo per risistemare la città e le spiagge, pulizia, disinfestazioni e decoro urbano. Squadre di tecnici e operai stanno eseguendo lavori sui vecchi depuratori, pozzi, sorgenti e reti idriche. Un intervento speciale è previsto per un guasto a una condotta sottomarina, «altrimenti come l'affrontiamo l'estate?», dice Stasi.
Marketing per il turismo e nuova pianificazione
A giorni le prime operazioni di marketing per il turismo, con spot sui social e infopoint nella città. Definito il cartellone estivo che coniuga le feste tradizionali con performances di artisti di livello internazionale. «La stagione turistica è iniziata e io mi sono appena insediato. Ho trovato una generale, drammatica mancanza di pianificazione in ogni settore. Alla quale metterò mano al più presto, dall'ingegnerizzazione delle reti idriche alla riqualificazione urbana, alla mobilità sostenibile. Ma intanto erano necessarie delle soluzioni tampone».
Agricoltura, Europa e Smart city
L'ulivo “dolce” di Rossano, la storica produzione e lavorazione della liquirizia nella Fabbrica Amarelli, gli agrumeti di Corigliano, le coltivazioni innovative (le bacche di goji): «Per la nostra agricoltura abbiamo bisogno di procedure semplificate per l'attribuzione delle denominazioni comunali», continua Stasi. Che dal suo territorio guarda anche ai comuni circostanti: «È necessario costruire una rete culturale che coinvolga le amministrazioni limitrofe, gli operatori turistici, la scuola, la curia e l'università. Un network che tenga insieme, anche con progetti di mobilità sostenibile, il sito archeologico di Sibari, il parco di Castiglione di Paludi, il Codex di Rossano, il Castello di Corigliano, Torre Sant'Angelo». L'obiettivo è un tavolo territoriale di pianificazione e sviluppo. Più in là c'è Europa: «Voglio consentire ai giovani di restare qui e fare impresa. Predisporrò una piattaforma per supportarli nell'intercettazione di bandi e risorse. È con l'Europa che si gioca la partita».
Il futuro del porto di Corigliano
E ha un peso nello sviluppo della città anche il futuro del porto di Corigliano, la più grande marineria calabrese con quasi 100 pescherecci: «Aprirò una interlocuzione con l'autorità portuale di Gioia Tauro, per adeguare la struttura, ripristinare i servizi e farne un hub per l'agroalimentare», afferma Stasi.
Ma a monte di tutto c'è ora il problema degli incentivi statali destinati alle fusioni dei comuni, con cui far fronte alle spese per accorpamenti e integrazioni di servizi e uffici della nuova macchina comunale: «Chiederò la revisione dei parametri - anticipa Stasi - I criteri di assegnazione prevedono fondi non superiori ai 2 milioni di euro, riferiti però a fusioni di piccoli comuni. La nostra è diversa per estensione dei territori e dimensione demografica. Ha un altro tenore politico, storico, direi».