Un 1992 da dimenticare - Positivo il giudizio sul sindaco Giovanni Pistoia 

Articolo pubblicato su "Il Serratore" n. 24 del dicembre 1992

Questo 1992 che si avvia alla fine non lascia avvenimenti da ricordare con piacere. Anzi. Resteranno nella memoria le stragi mafiose in cui hanno perso la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le rispettive scorte;

la crisi economica che ha quasi condotto l'Italia sull'orlo della bancarotta; la scoperta che i partiti politici "storici" avevano ormai come idea-guida la corruzione elevata a sistema; il riaffiorare di tentazioni razziste e naziste che si credevano relegate per sempre nei libri di storia. Per le regioni meridionali è stato un anno terribile e la crisi economica ed istituzionale che il paese attraversa rende facilmente prevedibile che ci aspettano anni ancora peggiori. Chi, in questi decenni di economia in crescita e di finanza allegra, ha saputo costruire strade, ospedali, scuole, dighe e porti, (ed ha saputo completarli e farli funzionare) ora se li ritrova ... e ai debiti ci pensiamo tutti. Per gli altri, non ci sono più soldi, adesso è il tempo di stringere la cinghia. Fra questi "altri", naturalmente c'è la Calabria, che ai ritardi accumulati nel passato ora aggiunge una incredibile latitanza della propria classe dirigente, letteralmente sparita, incapace di elaborare qualsiasi strategia di intervento che non siano i soliti patetici appelli al governo centrale, paralizzata dalla paura degli avvisi di garanzia e dilaniata dalla necessità di dover scegliere tra Martinazzoli o Segni, Craxi o Martelli, Occhetto o D'Alema. In questa Calabria c'è la Piana di Sibari ed anche qui la crisi generale rende più pesanti le varie emergenze. Per fare un esempio, siamo sicuri che si faranno ancora nuove provincie? Chi pagherà? Per il momento ogni comune della Piana può tenersi il suo bel pennacchietto (Castrovillari in primis) e la Provincia di Cosenza può continuare ad essere la più vasta e la peggio gestita d'Italia. E per il porto di Sibari? E per l'asse urbano Corigliano - Rossano? E per i nostri centri storici? E per i disoccupati? Chi può ragionevolmente ipotizzare in un prossimo futuro spiragli di interventi da parte dello Stato o della Regione? E veniamo a Corigliano. Da un punto di vista amministrativo, il 1992 è stato caratterizzato dall'azione di Giovanni Pistoia, sindaco "pidiessino" alla testa di una Giunta di sinistra, una delle poche ormai in Calabria. Complessivamente, il giudizio (pur con molte riserve) è positivo. Nell'azione quotidiana l'amministrazione comunale ha evitato sprechi, abusi e clientelismi. Ha tentato un'azione moralizzatrice nel settore dell'edilizia. È riuscita a tenere sotto controllo le finanze comunali (e non è stata impresa di poco conto se si considera che quasi tutti i comuni calabresi sono sull'orlo del fallimento). Ha avuto poi il merito di portare a termine la pratica per l 'appalto dei lavori di restauro del castello (altrimenti anche quei venti miliardi sfumavano) e di far prendere servizio ai nuovi quindici vigili urbani. Per il resto, sindaco ed assessori sono stati totalmente assorbiti dai mille piccoli problemi giornalieri che sorgono in ogni settore della vita cittadina. Un lavoro oscuro e stressante, dal quale non sono riusciti a districarsi per aggredire i problemi in un'ottica più generale e definitiva. D'altra parte i comuni italiani, e quelli meridionali in special modo, sono ormai delle polveriere pronte a scoppiare: non hanno risorse finanziarie, operano in un sistema legislativo ed istituzionale carente ed inadeguato (la stessa legge 142 non ha dispiegato i benefici promessi), sono in prima linea a fronteggiare il malessere dei propri cittadini, stanchi della carenza di servizi e strutture. (Il tutto accompagnato dalla crisi profonda in cui versano, anche e soprattutto a livello locale, i partiti, distanti dalla gente, incapaci di elaborare idee e progetti su cui mobilitare l'opinione pubblica). Il nostro augurio è che il 1993 sia un anno di svolta istituzionale e politica. Ne abbiamo tutti bisogno.

Crediti