"Sembra che ,per paradosso,il dibattito pubblico in corso nella nostra Città,alla prima prova elettorale post-fusione,sia piuttosto distante dalla discussione sul regionalismo differenziato,forma eufemistica che nei fatti per come ben sintetizzato dallo storico Piero Bevilacqua "potrebbe stravolgere la Costituzione e disfare l'ordito unitario dello stato nella completa disinformazione, ma anche nell' impotenza dei cittadini"

.Nella malaugurata ipotesi che la mai dimenticata ipotesi leghista di un'Italia divisa sulla sommità della linea gotica diventasse realtà,muterebbe di colpo la Storia e la Geografia del nostro Paese. Calcoli alla mano,a giudizio del Prof Viesti,una delle menti piu' brillanti ed impegnate per scongiurare la realizzazione di questo disegno,qualora Emilia Romagna,Veneto e Lombardia dovessero ottenere l'autonomia richiesta,persino Roma,come capitale d'Italia verrebbe messa in discussione.Se non formalmente,almeno nella sostanza.Per quanto mi riguarda,essendo piuttosto immune al contagio pseudonazionalista del "primaglitaliani"non mi soffermo sulla prima parte della storia unitaria di ben nota ascendenza "nordista",ed altrettanto immune mi considero dalle crescenti(consapevoli o meno)tendenze culturali neoborboniche locali che sembrano prender piede con preoccupante adesione "intellettuale".In una proiezione piuttsto onirica,sarebbe interessante spostare le lancette del tempo,ed immaginare le lezioni di storia impartite ai discenti futuri.Il rischio di un'Italia simile a quella precedente il congresso di Vienna è notevole, ma ancor piu' grave potrebbe risultare la riscrittura del patto di coesione, svincolato dai dettami costituzionali di equità e solidarietà. La realizzazione sul campo del progetto leghista di drenare quante piu' risorse possibili al Nord sta attuandosi esattamente nel momento in cui l'opinione pubblica viene distratta sui pericoli cui sembrerebbe incorrere il nostro"natio suolo patrio"ormai circondato da farneticanti ipotesi di invasioni,mentre in effetti ,qualora dovesse realizzarsi il disegno della "Secessione dei ricchi"-sempre Viesti- milioni di cittadini italiani,verrebbero privati di alcuni servizi essenziali;sanità,scuola,infrastrutture ed facile prevedere,anche asssitenza e previdenza ed in conclusione,appare ovvio,la tenuta stessa di buona parte dei Comuni meridionali,che sarebbero di fatto impossibilitati alla minima garanzia dei servizi.Per avere chiare le idee di cosa si parla è bene sottolineare che le tre regioni interessate producono il 40% del PIL nazionale,la Calabria meno del 2%.Naturalmente sarebbe opportuno aprire ,in altra sede,una discussione sulle classi dirigenti del mezzogiorno e della Calabria in particolare,ed anche,con onestà,sulle modalità di selezione senza preventive assoluzioni storiche per alcuno.Oggi preme discutere di questa nefasta possibilità e delle conseguenze immediate che potrebbe avere sulle nostre vite concrete.Il contesto ambientale non è semplice,ed anzi è senz'altro sfavorevole per i "deboli" ed ora le profonde lacerazioni del tessuto solidale rischiano di mutare di latitudine e di protagonismo. Con un repentino ripristino dei fasti del pensiero lombrosiano di cui alcuni quotidiani a trazione "nordista"stanno già dando sfoggio.Una città che si appresta a votare per la prima volte,forse dovrebbe alzare lo sguardo dalle –per carità,fastidiosissime buche sulle strade –per ritagliarsi uno spazio di alterità democratica e solidale,sollevando lo sguardo sulle enormi contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo": Lo afferma in una nota Angelo Broccolo-Seg.Regionale Sinistra Italiana-Cittadino di Corigliano-Rossano.

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