Breve Storia Illustrata di Corigliano - Terza parte -

Di Luigi De Luca - Disegni Claudia Pedace

Fonte: Il Serratore n.  6 marzo - aprile 1989 pp. 44,45,46 e 47 

Tavola XIV

Sappiamo che già agli inizi del sec. XII là dove oggi è la Marina di Schiavonea v'era una terra appartenente alla chiesa di S. Maria di Giosafat.

Nel luogo doveva esistere un piccolo villaggio di pescatori. E' quanto si desume da alcuni elementi  documentali.  In un documento  del  1113 -  che si riferisce alla chiesa di Giosafat - si legge, infatti,  di  "una barca per la pesca...  nel mare di S. Mauro e Corigliano". Da un altro  documento del 1114 (la cosiddetta "carta rossanese") apprendiamo l'esistenza di una via pubblica che  da  S.Mauro  portava  alla marina. Via pubblica, naturalmente,  significa   traffici e insediamenti  abitativi. E' questa l'epoca in cui, con la   presenza   dei   Normanni in Calabria, si diffonde il culto di alcuni santi venerati in Francia, come S. Leonardo. Non è da escludere che una piccola Cappella dedicata a S. Leonardo (primo impianto dell'oratorio che sorgerà nel 1615 in onore del Santo di Limoges) sia sorta proprio in questo periodo presso il nostro mare.

 

Tavola XV

Nel commento alla tav. X (v. il serratore n . 5) abbiamo visto che Framundo, uomo di Roberto il Guiscardo, tenne in custodia  il Castello di Corigliano per  circa  20  anni (dal 1073 circa al 1093 circa) e che, poi, tale incarico  di  castellano  passò al fratello di Framundo,  Rinaldo. Questi tenne l'incarico per  pochi anni, ossia fino a quando - presumibilmente fra il 1095 e il 1098 - gli subentrò Guglielmo di Loudun, figlio ed erede di Framundo. Ma ben presto la custodia del castello si trasformò per Guglielmo un vero e proprio  possesso  feudale (lo ricaviamo con certezza  dalla  "carta rossanese" del 1114): un  feudo che aveva il proprio centro in Corigliano. Non conosciamo con precisione il momento  dell'infeudazione   a   Guglielmo, ma, per quel che  sappiamo, l'investitura dové avvenire prima del 1099. Restano oscure anche le ragioni dell'infeudazione . Si può fare, tuttavia, qualche  congettura sulla base del fatto  che Guglielmo era uomo  di Ruggero il gran conte (fratello minore di Roberto il Guiscardo). Possiamo supporre che Guglielmo si sia distinto nel servizio militare in una delle campagne che il gran conte effettuò in Calabria e in Campania a partire dal 1094  - '95: come nell'azione svoltasi proprio in quegli anni fra  Rossano,  S. Mauro e Castrovillari, quando le forze congiunte del duca Ruggero Borsa e del gran conte riuscirono ad avere ragione di Guglielmo di Grandmesnil (conte di Tarsia  e genero del defunto duca  Roberto)  il  quale si  era  abusivamente  impossessato del territorio compreso fra S. Mauro e Rossano (territorio di pertinenza del duca Ruggero) occupando i due centri. Questo primo periodo  feudale a Corigliano durò fino al  1114, anno  in cui Guglielmo di Loudun dovette cedere il feudo di Corigliano  e  di  S. Mauro a Ruggero Il (figlio e successore del gran conte) ricevendone in cambio un feudo in Sicilia. Da quell'anno Corigliano e S. Mauro restarono appannaggio diretto degli Altavilla di  Sicilia  fino  al 1192.

 

 

Tavola XVI

Nel 1180, secondo il nostro storico G. Amato, si stabilì in Corigliano l'antichissima famiglia Abenante, la quale, come vedremo, è stata illustrata nel corso dei secoli da non pochi famosi e importanti personaggi. L'Amato, dunque, riferisce di un "Riccardo Abenante, Barone di Surano e Novellone, stipite della fa­ miglia, originario di Firenze". Lo storico di Rossano Luca De Rosis, per  parte sua, scrive: "Di  questa famiglia (Abenante) fioriscono Sartorio e Riccardo, i quali nell'anno 1221 furon da Carlo I d'Angiò dichiarati baroni di Sarano in provincia di Terra d'Otranto". In realtà, sulla base di elementi documentali sicuri, sappiamo che Riccardo Abenante attorno al 1170 era vassallo del barone normanno Novellane (o Novellino) di Bussane, da cui aveva ottenuto in feudo Sirignano nel territorio di Avellino. Pertanto, delle notizie fornite dai due storici locali, l'unica attendibile, oltre al nome, è la data 1180.

 

Tavola XVII

Nel medesimo periodo, e precisamente nel 1185, sorse nel  territorio di Corigliano un'abbazia ad opera dci monaci cistercensi (ordine fondato a Citeaux nel 1098 per restaurare la regola primitiva dei Benedettini e diffuso da S. Bernardo di Chiara valle). Quest'abbazia, denominata S. Maria di Ligno Crucis, in origine - secondo alcuni storici - era un monastero greco. I cistercensi ne fecero un centro ricco ed operoso, una fiorente "azienda  agricola  e   artigiana"   che fu notevole  per  la   produzione  dei latticini e la tessitura della lana . La contrada Ligoni - ove, nello scorcio del  XII  secolo sorgeva  l'abbazia e dove, in epoca più remota, era esistito un antichissimo borgo di pastori, Amaro - si trova a quota 450-500 metri, in territorio di Corigliano, qualche centinaio di metri  a  ovest del Km 314 della provinciale Corigliano - S. Giacomo d'Acri. Del monastero oggi non resta nulla.

 

 

Tavola XVIII

Tavola illustrativa della consistenza del centro urbano di Corigliano nel 1190.

 

 

Tavola XIX

Nel 1192 Tancredi re di Sicilia concede in feudo a Ruggero Sanseverino, per fedeltà e valore, Corigliano e il suo territorio, sotto il  titolo di Comitato. Ruggero, con te di Tricarico già sin dal 1154, quando riceve il nuovo titolo è piuttosto avanti negli anni. Egli, figlio di Roberto conte di Caserta, discende da Turgisio (amico e commilitone di Roberto il Guiscardo) primo conte di Sanseverino e capostipite della famiglia. Ruggero, primo conte di Corigliano, è imparentato col re Tancredi, poiché le loro mogli (rispettivamente Rogasia e Sibilla d'Aquino) sono cugine fra loro. Con l'infeudazione al Sanseverino comincia per Corigliano un lunghissimo periodo di asservimento, che si   protrarrà   ben  oltre l'eversione della feudalità (1806).

   

 

 

 

Crediti