Fonte: Vocabolario storico etimologico calabrese - Editore Castriota - pp. 474-475

pa' (der. dal fr. papa), vocativo e forma contratta   di    papà,     madre;    papè,     forma vezzeggiativa per dire papà; parti tuo padre; voce di importazione partenopea, pà-, cfr. anche teti, tatanni, tataranni, papè.

pacchja (dall'it. pacchia, metat. forse del gr. epiploon, con il consueto passaggio pl>chji, omento, il grasso che ricopre l'intestino e quindi, sinon. di pancia, benessere; il Marzano pur conoscendo l'etimologia di picchji si allontana dall'etimo; Marzano, 301), agg., cibo, pasto, ovvero mangiare e bere largamente, in abbondanza; avere da mangiare a quattro ganasce senza pagare   soldo alcuno; pacchia, condizione di vita o di lavoro, facile, senza fatiche o preoccupazioni materiali; per estensione, vita beata e tranquilla, gioiosa e allegra; cfr. con picchji.

pacchjaneta  (der.  da "pacchiana", il costume tradizionale dai colori vivaci e vistosi indossato dalla   donna   calabrese,  pacchiana   da  cui  l'it. pacchiano con riferimento a un modo di fare o al vestirsi con cattivo gusto), pacchianata, cosa grossolana,  di  cattivo   gusto,   ma   anche   cosa brutta, scadente, dozzinale. La Pacchiana era un abito    femminile    fatto    di    stoffe    preziose, colorate e ricche di dettagli che ha le sue radici nella cultura spagnola del XVII secolo.

pacchjarotti (stesso etimo di pacchji vd.), agg., grassotto, grassottello; pacchjunielli, pacchjusi, persona paffuta, grassottella; cfr. picchji e pacchji.

pacchjeni,  sopran.; Leonardo  Castagna  alias  'i Pacchjeni (1960).

pacci (dal gr. paizo o da pathos, "sofferenza"), pazzo ma non inteso come chi è affetto da vera pazzia o altre affezioni psichiatriche mentali (per il quale si usa l'espress. maleti 'i chepa), ma colui che d'improvviso e senza  un preciso motivo dia in escandescenze  diventando pericoloso e aggressivo; un feri 'u pacci, non fare gesti   inconsulti;  ghè  ghisciuti  pacci,   chi  ha comportamenti sopra le righe, fuori dal normale, che si comporta in maniera esagerata o contraria alla morale; ghèsciri pacci, uscire di senno o comportarsi come tale, dare in escandescenze (l'uso di questa parola si accompagna al gesto della mano con moto rotatorio rivolto all'insù e le dita tese principiando dal dito mignolo e terminando col pollice  a  significare  di  avere  la  testa  tra le nuvole); pl. pacci; Iper estensione semantica è usato come in it.; perdere la testa; ci ghiesci pacci, innamorarsi follemente; ni veji pacci, ne vado matto (essere ghiotto); sopran., Gennaro di Marco pazzo (1743, catasto onc.); vd. paccija.

paccija (dal cal. ant. paccio dal lat. patiens, patior, "soffro", forse è dal gr. patheia), pazzia, follia, chi dà segni di squilibrio, ma anche soltanto chi ha comportamenti fuori dalla norma perché sotto questo termine si comprendono, in modo generico, tutte le manie, stranezze e singolarità di   carattere;  paccijeri,   scherzare,  giocare;  l’è ‘bbinuta a paccija, gli è venuto la pazzia, è uscito di senno  (ma  inteso  come  fissazione,  pensiero fisso, cosa che si vuol fare ad ogni costo); 'a ra paccigna, alla maniera dei pazzi, senza un perché; pacciuordi, pazzoide; paccigni, ghè mmienzj pacci, fare il matto,  essere  lunatico; pacciarija,  fare delle pazzie,  chi va  fuori di senno, che ha  perso il controllo; tena ra pacciarija, chi ha una desiderio o voglia morbosa  per  qualcuno o qualcosa; ghe gghisciuti pacci, perdere il lume della ragione per amore; paccija misesta (pazza bisestile), si dice di chi fa la pazza furiosa.

paccijeri (stesso etimo di paccija), v. intr, pazziare, fare pazzie, soprattutto divertendosi follemente; per estens., scherzare, giocare o anche dire cose insensate; è la forma locale del napol. pazzjà.

pacenza (da pacìenza), cogn.; Francisco Greco de Placencza (Corigliano, 1507; CDC, 64); Raphael de Pacientia (ASDC, platea del 1510 c.1l0r).

pacienzija (der. dallo sp. paciencia che dal lat. patientia; pacienzja, Facciolati, 193), pazienza, sopportazione, calma; disposizione d'animo ad accettare e sopportare con pazienza, affanni, dolore, disagi, le contrarietà della vita in genere; pacinzjjusi, paziente, chi fa le cose con calma (senza perdere la calma).

pacino (potrebbe der. dal nome augurale mediev. Pacinus, ipoc. della voce lat. pacis, pace, "uomo di pace"), cogn.; Lattantio Pacino (1572). È un cogn. di origine siciliana.

pacinzijeri (der. dal lat. patientia) v. intr., pazientare, avere pazienza, sopportare con pazienza; 'a pacinzjjeri 'na zjchirilli, devi pazientare un attimo.

• paganija (dal lat. paganus, da pagus, "villaggio", borgo e quindi, in senso figurato, "abitato del villaggio"), villaggio, abitato; in senso estensivo chi abita o proviene da un villaggio; 'a Paganija contr. montana a nord-est di Acri sulla valle del Coriglianeto; in senso più generale sono detti così i  paesi  dell'acrese   (la  Pagania  di  San Giacomo di Acri e di S. Demetrio Corone).

Crediti