di Cristian Fiorentino

Alla presenza di numerosi fedeli, nella serata di venerdì scorso 28 febbraio, si è celebrato il Giubileo della Vicaria di Corigliano. Funzione indetta dall’Arcidiocesi di Rossano-Cariati e svoltasi nel centro storico coriglianese.

Presenti per l’occasione anche le congregazioni religiose cittadine che insieme ai fedeli si sono ritrovati presso la chiesa di Sant’Anna, di fianco l’ospedale “G. Compagna”. Grazie all’orario prescelto molte famiglie e lavoratori hanno potuto prendere parte alla cerimonia che ha visto il pellegrinaggio penitenziale, con in testa la reliquia del “Crocifisso di S. Francesco di Paola”, arrivare al santuario coriglianese consacrato al Santo Patrono.

A seguire la Solenne Concelebrazione Eucaristica officiata dall’Arcivescovo Monsignor Maurizio Aloise, concelebrata da tutti i sacerdoti della stessa Vicaria guidati dal Vicario Foraneo Don Vittorio Salvati che in coda ha ricordato anche altri appuntamenti in agenda. Onori di casa spettati al Superiore dei Minimi Padre Giovanni Cozzolino che, prima e dopo la liturgia, ha ringraziato tutti i presenti e nella fattispecie il Vescovo, i confratelli e i fedeli evidenziando, ancora una volta, cenni storici e il rapporto di S. Francesco con Corigliano. Particolare plauso è stato rivolto a Monsignor M. Aloise per aver accolto la proposta di indicare anche il santuario coriglianese di S. Francesco per lucrare le indulgenze plenarie nell’anno Giubilare 2025.

 “Grazie a questa ispirazione voluta dal Signore- ha aggiunto Padre G. Cozzolino- stiamo raccogliendo tanti frutti fatti di confessioni, meditazioni e coinvolgimento”. E, in effetti, lo stesso Arcivescovo, nella sua omelia, ha confermato di aver colto al volo l’intuizione in questo particolare anno e periodo. Evento religioso, oltretutto, programmato al venerdì per connettere la funzione alla “Pia Pratica dei 13 Venerdì” di S. Francesco di Paola. Sul lato destro dell’altare, invece, presente sotto la prima effige assoluta e storica di S. Francesco, il primo romitorio del Santo nella sua venuta e permanenza a Corigliano.

All’interno collocata la reliquia della “Croce” che S. Francesco portava sempre con sé, una statua lignea del 1500 dove all’interno, nel 2005, è stato ritrovato un osso che si presume essere appartenuto al Santo, e accese due candele simbolo delle virtù Fede e Speranza. Il cero della Carità, invece, è stato posto sull’altare e tutti e tre i lumi sono stati portati da tre fedeli. Presente davanti alla riproduzione del romitorio anche una copia del mantello del Santo con cui, secondo la tradizione, S. Francesco ha attraversato lo stretto di Messina il 4 aprile del 1464. Santa Messa, ben sostenuta dai ministranti e animata dal sempre impeccabile coro, mentre Monsignor M. Aloise, nel suo sermone, prendendo spunto anche dalle letture della liturgia, ha sottolineato:

 «Il cammino esteriore compiuto in processione è proporzionato al cammino interiore di ognuno di noi. Seguendo questo percorso possiamo aspirare al Signore della Misericordia e del Perdono. Il segno della confessione e il sacramento della riconciliazione è un passaggio essenziale. Anche i “Venerdì di San Francesco” si coniugano alla perfezione con questo momento di Grazia che stiamo vivendo. Nel contesto del Giubileo, questo Venerdì dedicato al Santo ci invita alla castità secondo il vissuto di San Francesco che è stato autentico verso Dio e verso gli uomini.  Non è un caso che anche le letture oggi ci parlano di fedeltà sia nell'amicizia che nel matrimonio. Entrambe corrispondono alla fedeltà di Dio perché noi siamo simili a Lui. La fedeltà è una virtù che coincide al desiderio di Dio come fondamento su cui poggiare i legami umani. Fedeltà che, però, richiede un cuore disposto ad amare senza secondi fini e con sincerità ossia come ama Dio. Se il nostro cuore è con Dio anche le nostre amicizie saranno fedeli e disinteressate. Il matrimonio, invece, secondo Gesù va ricollocato al progetto originario di Dio per una vita nuova, immutabile e per sempre e sempre perché noi siamo il riflesso di Dio. Tutti i nostri affetti saranno duraturi se ci sarà sempre il richiamo con cui Dio ci ama. E anche per questo chiediamo a San Francesco di intercedere per noi per vivere secondo il vero progetto di Dio».

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