di Salvatore Martino
Da ciò che continua ad accadere nel mondo, il Natale di quest’anno è sempre più simile a quello di Betlemme di duemila anni fa. Il contesto, salvo alcuni particolari, non è per niente cambiato: una montagna di problemi, una società governata dall’egoismo e dal rancore, i poveri e gli emarginati che continuano a bussare alla nostra porta chiedendo solidarietà e giustizia, Erode che continua a mietere vittime innocenti in nome della sua presunzione e del suo potere. E noi, abitanti incoscienti di questo tempo, illusi e confusi dai prodotti dal nostro ‘sapere’, noi che millantiamo possesso di certezze e di verità, continuiamo, imperterriti, ad attendere il miracolo da Colui che, questa notte, nascerà da Maria.
Credo che, questa volta, sia il caso di correggere il nostro atteggiamento, facendoci illuminare dal mistero che sta per avverarsi, ascoltando con attenzione la schiera degli angeli che, davanti alla grotta, dove nascerà il Bambinello, canterà in coro “GLORIA A DIO NELL’ALTO DEI CIELI E PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE EGLI AMA”.
Il messaggio, che non è uno spot pubblicitario, è rivolto a noi uomini di questo tempo. In esso c’è l’invito a riconoscerci fratelli e ad agire per il bene della umanità. Il miracolo che dovrà accadere questa notte è proprio questo: la nostra conversione e la decisione, che non può più attendere, di iniziare finalmente a spenderci per il bene degli altri. Forse, così si salverà il mondo.
Buon Natale!